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Reportage Live

INTERPOL: il nero sta bene su tutto, soprattutto quando lo suonano

All’Anfiteatro del Vittoriale di Gardone Riviera l’unica data italiana della band di New York. Che non lesina sugli strumenti e regala una serata unica in uno scenario spettacolare

Articolo di Silvia Cravotta | Foto di Federico Buonanno

È difficile immaginare uno scenario più suggestivo dell’Anfiteatro del Vittoriale dove veder suonare una band iconica come gli Interpol. I tre newyorkesi hanno scelto il festival Tener-A-Mente di Gardone Riviera (BS) per l’unica tappa italiana del loro tour 2024, che arriva dopo le tre date nel nostro Paese dello scorso anno, a due anni dal loro ultimo lavoro in studio (The Other Side Of Make Believe) e lancia la volata ai concerti che celebreranno i vent’anni di Antics, uscito nell’ormai lontano 2004.

Per l’occasione, il meteo regala una serata decisamente troppo fresca per essere fine giugno e che minaccia pioggia fino all’ultimo, ma poi grazia il pubblico che lentamente riempie le sedie della platea e la gradinata dell’anfiteatro. La mezza età prevale tra le persone accorse per ascoltare in versione live il sound elegante e oscuro del terzetto americano, portatore emblematico di quel revival della dark wave che – seppur ogni tanto con qualche sprazzo di illuminazione – li caratterizza dal 2002, l’anno di Turn On the Bright Lights, album d’esordio assoluto protagonista di questa serata italiana, con ben otto brani sui venti della scaletta.

Il palco aperto con vista lago e sfondo di cipressi del Vittoriale è decisamente lo sfondo ideale dove far stagliare le sagome dei componenti della band, che prendono posizione sul palco e quella manterranno per tutta l’ora e mezza di durata del concerto. C’è ancora luce ma l’effetto è favorito dal look total black dei cinque. Ad accompagnare Paul Banks, Daniel Kessler e Chris Broome (in sostituzione dell’ufficiale Sam Fogarino, out per un problema fisico) ci sono Brad Truax al basso e Brandon Curtis alle tastiere. Una formazione compatta, dai movimenti lenti e appena accennati, che si muove all’unisono senza fronzoli né istrionismi.

Gli Interpol sono eleganti e ordinati. Le loro canzoni oscure e a volte non facili. Ma il suono che esce dai loro strumenti è cristallino e potente allo stesso tempo, senza che questa potenza faccia danni. Arriva direttamente dove deve, affilato e robusto come una lama, e lascia un’incisione che fa un po’ male ma allo stesso tempo si fa sentire in tutta la sua grandezza. Quello che ai tempi di Baudelaire si chiamava spleen – un sentimento misto di malinconia e insoddisfazione – ha trovato nei tempi moderni dei grandissimi interpreti alt rock come (giusto per fare due nomi tra i preferiti di chi scrive) Joy Division, Cure, Editors e, appunto, gli Interpol. 

C’Mere apre il concerto ed è una perfetta rappresentazione di tutto questo, con il suo ritmo incessante che racconta di un amore non corrisposto. Say Hello To The Angels, My Desire e Take You On a Cruise seguono tra gli immancabili fumi, le luci colorate e i “grazie” perfettamente pronunciati da Paul che, da buona rockstar, non toglierà mai gli occhiali da sole con cui è entrato. Accanto a lui, indispensabili, la magistrale chitarra di Daniel, che spicca sul palco con il suo ritmo delicatamente ondeggiante, e la batteria di Broome, che implacabile si fa sentire dalle retrovie, illuminato ogni tanto da fasci di luce che partono dai piatti e si alzano verso il cielo, un’immagine quasi religiosa. E bellissima.

Percussioni e basso si fanno notare nel quinto brano della setlist, l’unico tratto dall’ultimo album. Into The Night è lenta, cerebrale, perfetta da suonare in macchina mentre si attraversa di notte la città. Con la splendida dissonanza di chitarra di Obstacle 1 e i giochi di luce di Lights, la platea comincia ad animarsi e a soffrire la posizione forzatamente seduta. La malinconica Pioneer To The Falls e l’energica e oscura The Rover rallentano di poco il ritmo.

Su Rest My Chemistry va detto qualcosa. Per tutto il concerto la voce di Paul è stata un po’ sottotono e in questa canzone il colpo si è accusato un po’ più che nelle altre. Tutto questo non ha impattato sull’esecuzione generale del concerto, grazie al fuoco di fila di corde, piatti e tasti che hanno fatto il loro lavoro alla grande, accompagnati dal cantato di Paul e, ogni tanto, di Daniel. E, talvolta, dal pubblico, come quando parte All The Rage Back Home.

L’energia diversamente positiva di Evil, che è impossibile non cantare, comincia a far sentire qualche fan autorizzato ad alzarsi per non sedersi più. Così come il tono caldo e ritmato di Leif Erikson e lo splendido attacco di basso di No I In Threesome, un’altra delle loro più note. La rockeggiante Slow Hands è la chiusa perfetta prima degli encore, con le sue schitarrate ruvide e il sound orecchiabile.

Qualche momento di buio precede il momento anticamente detto dei bis, interamente a trazione Turn On The Bright Lights. Apre la metropolitana NYC, seguita dal ruvido noise di Roland. Chiude un mini medley composto da una energetica PDA e da Stella Was a Diver And She Was Always Down (in versione accorciata ma il ritmo resta ipnotico come nella versione originale). Freschi e riposati come se fossero appena entrati, gli Interpol salutano e Paul esce mandando un bacio al pubblico entusiasta.

See you soon, guys! (speriamo)

Clicca qui per vedere le foto del concerto degli Interpol all’Anfiteatro del Vittoriale di Gardone Riviera (o scorri la gallery qui sotto)

Interpol


INTERPOL – La scaletta del concerto all’Anfiteatro del Vittoriale di Gardone Riviera (BS)

C’Mere
Say Hello To The Angels
My Desire
Take You On a Cruise
Into The Night
Obstacle 1
Lights
Pioneer To The Falls
The Rover
Rest My Chemistry
All The Rage Back Home
The New
Evil
Leif Erikson
No I In Threesome
Slow Hands

Encore:
NYC
Roland
PDA/Stella Was a Diver And She Was Always Down

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2 Comments

2 Comments

  1. Massimo Ceccato

    28/06/2024 at 11:36

    Il sogno sarebbe stato avere l’inizio con Toni, poi al posto di Lights, Leif Erikson and No I in threesome, Success, Everything is wrong e Tidal Wave…che meraviglia!

    • Silvia

      28/06/2024 at 14:51

      Anche a me sono mancate Toni and Fables, speriamo la prossima volta! 🙂

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