A novembre è uscito il suo secondo album, “Punk”, e il 2019 è stato l’anno che l’ha portato su due palchi importanti: quello del Mediolanum Forum di Assago e quello del Palalottomatica di Roma; i suoi brani hanno milioni di ascolti e ha pubblicato da pochissimo una raccolta di poesie: dall’ultima volta che vidi Gazzelle live sono passati due anni, e da allora il cambiamento sul palco si nota.
Flavio è l’headliner della prima serata di Indimenticabile Festival, che ha impegnato Bologna il 12 e 13 luglio con la sua prima edizione, portando una line-up esplosiva sul palco del Bologna Sonic Park. Nella prima giornata si sono alternati, tra gli altri, anche Eugenio In Via di Gioia, Postino, Ex-Otago; il pomeriggio è stato stancante per il caldo, ma il pubblico aspetta Gazzelle impaziente.
Il concerto inizia alle 22 con “Meglio così”: Flavio arriva sul palco con gli occhiali da sole, dopo il primo pezzo saluta subito il pubblico, con un immancabile: “Ciao regà, come state? Vi voglio bene”. Separa i vari pezzi della scaletta scambiando sempre qualche parola con il pubblico e presentando la band che lo accompagna: Claudio Bruno alla chitarra, Valerio Smordoni alle tastiere, Claudio Laguardia alla batteria, Gabriele Roia al basso.
La scaletta prosegue con “Non c’è niente”, e alterna ai brani di “Punk” quelli di “Superbattito”, in particolare sceglie, per la scaletta di questa serata, i pezzi più significativi e amati dal pubblico del primo album: “Nmrpm”, “Meltinpot”, subito dopo “Sayonara”, con l’invito di Flavio “a spaccare tutto sto posto”: e in effetti i brani live spaccano, il pubblico canta e balla, ci si diverte.
La prossima canzone in scaletta è “Coprimi le spalle”, alla quale l’artista è molto legato: si tratta di un pezzo “vecchio”, scritto anni fa, e che, come il cantante ricorda, al primo ascolto piacque molto a sua madre. Il brano chiude l’album “Punk”, e nasconde, dietro un tono un po’ disilluso, la voglia di continuare a credere nei propri sogni e di farcela:
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Foto di Denis Ulliana / Home Venice Festival 2019
“E guardati dentro la tasca / È vuota ma c’è ancora la voglia di farcela / Di buttare in aria ogni malinconia / Sperando che ritorni indietro sotto forma / Di fantasia.”
La scaletta prosegue con “Scintille”, per la quale Flavio prende in mano la chitarra, ripetendo, in un momento molto intimo, il ritornello in acustico, lasciando cantare il pubblico. “Punk” segue “Scintille” in scaletta, e anticipa “Nero”, per la quale Flavio racconta: “non ho idea di cosa parli, in realtà è una canzone che parla dei fiori e delle cose che tutto sommato non sono poi così male, quindi una canzone di speranza, forse l’unica che ho scritto”:
“Poi mi sveglio di notte con gli incubi in testa / E una valigia già piena da un anno che mi detesta
E non crescono i fiori, è vero, dove cammino io / Ma nemmeno è tutto nero / Siamo come giornate buttate al cesso / Come i sorrisi spenti, in mezzo ai denti, a tempo perso / E non crescono i fiori, è vero, dove cammino io / Ma nemmeno è tutto nero.”
Dopo un altro ringraziamento alla band, arrivano due pezzi amatissimi dal pubblico, che spezzano questo momento intimo e malinconico appena concluso: “Sopra” e “Zucchero filato”, forse uno dei pezzi più forti del live; mentre chiudono la prima parte del concerto “Polynesia” e “Tutta la vita”.
Flavio lascia il palco e torna poco dopo sulle note di “Martelli”, cantata accompagnato solo da Claudio Bruno alla chitarra.
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Foto di Roberto Finizio / Rugby Sound Festival 2019
Per gli ultimi due pezzi della scaletta il cantautore chiede al pubblico di accendere le torce del telefono, l’atmosfera è perfetta per quei due brani che tutti aspettavano dall’inizio del concerto: “Quella te” e “Non sei tu”. Così si chiude l’ultimo concerto di Gazzelle a Bologna, mentre, sulle note di “All you need is love” la band saluta un pubblico molto soddisfatto.
Flavio è cresciuto, l’esperienza dei grandi palchi si è fatta sentire; il secondo album, che resta fedele alla personalità dell’artista, l’ha consacrato come uno dei cantautori più validi del momento. Ora sul palco sembra a suo agio, ha molta più sicurezza di due anni fa: balla, scherza con il pubblico, fuma e beve, gioca e si diverte facendoci divertire con lui, pur portandosi dietro come sempre è stato, il suo tratto distintivo, una dolce malinconia.
Chiara Grauso
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