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Reportage Live

LA PRIMA ESTATE con PEGGY GOU, ANOTR, TODD TERJE

Il secondo weekend de La Prima Estate, al Lido di Camaiore, è cominciato all’insegna della musica elettronica: Peggy Gou, ANOTR e Todd Terje. Un tris che vale una scala reale.

Peggy Gou a La Prima Estate 2024

Articolo di Philip Grasselli

Vento umido che viene dal mare, il solleone del solstizio d’estate che viene spesso coperto dai nuvoloni tirrenici. Inizia così il secondo weekend musicale della terza edizione de La Prima Estate, all’insegna della pura musica elettronica. Settimana scorsa abbiamo raccontato il live dei Jane’s Addiction, Dinosaur Jr, Sleaford Mods e Motta, ma la cornice del quarto giorno è assai diversa.

Il Parco Bussoladomani del Lido di Camaiore ha accolto migliaia di fan italiani e internazionali (in particolare sudcoreani), con un’esperienza completa. Un DJ set funk anni ’80 alla Zapp con Alex Fernet all’apertura dei cancelli, strepitoso, sul Farmaè Stage. Intorno i food truck, le esperienze satellite, di gioco e di divertimento con i palloni gonfiabili che poi diventeranno parte della coreografia dei tre DJ set che si sono susseguiti sul Main Stage.

“Solo pregio” (foto di Stefano Dalle Luche)

Il funkettone di TODD TERJE apre il day 4 de La Prima Estate

Dalla fredda Norvegia, a due passi da Oslo, arriva Todd Terje – per gli amici Terjie Olsen: quel “Todd” è proprio un omaggio ad un grande DJ americano, Todd Terry, che ha contribuito a diffondere e plasmare la house music negli anni ’90 con il remix di “Missing” degli Everything But the House o “Keep on Jumpin’” con Martha Wash e Jocelyn Brown.

Quattro Pioneer CDJ-3000 e il DJM-V10 come mixer: questa è l’arma letale per tutti i DJ che si sono susseguiti sul palco principale de La Prima Estate. Non è solo mettere brani, è letteralmente un accompagnare con mano verso il flusso di coscienza musicale di ogni disk-jockey.

Todd Terje a La Prima Estate 2024
Todd Terje (foto di Stefano Dalle Luche)

E infatti Todd Terje conquista facile la platea con questo groove funky ricco di synth e bassi, come il remix di “Life’s Just a Ballgame” dei Womack & Womack – brano del 1988 dello stesso album del più famoso “Teardrops”. Dopo una mezz’oretta ci spostiamo sempre più dentro la dancehall: vanno ad accentuarsi i bassi, il remix di “Milkshake” di Kelis fa da spartiacque. Il volume aumenta, i subwoofer diventano delle sirene che attraggono centinaia e centinaia di persone, il remix di “Funtime” dei Peaches & Herb rappresenta il mood “ballo ma nel frattempo sorseggio spritz e gin tonic”. Quasi un’ora e mezza di DJ set che si chiude con il mash-up tra “Pick Up” di DJ Koze e i vocals di “SOS” degli ABBA: grande ovazione del pubblico, per un’apertura magnetica.

Peccato solo che avrei voluto tanto sentire live “Inspector Norse”, il suo cavallo di battaglia. Ma magari succederà all’Electric Castle a Cluj-Napoca in Romania…

ANOTR ci trasporta nella house olandese

Un rapido cambio palco di dieci minuti e alle 20:00 precisissime sale il duo degli ANOTR, formato da Jesse van der Heijden e Oguzhan Guney: ci portano un menu ricco di house variopinto, dagli EP dei tempi di Defected Records, passando per quelli di Armada Music. Insomma: scuola olandese e inglese si fondono in quasi due ore di live.

ANOTR a La Prima Estate
ANOTR (foto di Stefano Dalle Luche)

Anche qui l’influenza della world music va a mischiarsi con le sonorità della deep house, come con il remix di “Azores” di Simon Kidzoo. Pian piano, brano dopo brano, il set diventa sempre più contaminato dal funk, dal soul e dal jazz, come nelle note della voce e del vibrafono di “Just a Moment” degli Audiojack. Ma quanto spaccano: nonostante l’ora di cena, il pubblico, oramai sull’ordine delle migliaia, non smette più di ballare l’ostinato dell’house. Lo spettacolare tramonto che sta volgendosi al termine è la ciliegina sulla torta.

Il pubblico de La Prima Estate
Il pubblico che accorre (foto di Stefano Dalle Luche)

Verso fine set, durante “Relax My Eyes”, brano del 2022 diventato molto virale durante questa primavera, compare timidamente (e accolta con una grande ovazione) proprio Peggy Gou, alle spalle dei due DJ olandesi.

PEGGY GOU è proprio l’icona del momento

Il cambio palco qui non esiste, anzi, il set di Peggy Gou parte in simbiosi con quello degli ANOTR, con una transizione magistrale e senza soluzione di continuità.

Peggy Gou a inizio set (foto di Stefano Dalle Luche)

Kim Min-ji, questo è il suo nome fuori dalla console, dimostra quanto la K-house sia lo stile del momento. L’hi-hat in levare della Roland TR-909, la cassa in battere, con quella similarità a “Revolution 909” dei Daft Punk, sono diventati oramai la sua firma su buona parte della sua discografia. Ogni brano è un viaggio urban degli anni ’90, ma con quel tocco così di stile che davvero è impossibile stare fermi nella dancefloor del Lido di Camaiore.

La scelta dei brani fuori dalla sua discografia ha ovviamente come denominatore comune quello della house e dei lunghi sample e loop. Due esempi: la scelta di “The Zinger” di Kosh, oppure “Right Now” di LB aka LABAT. La prima traccia che appare sul set è l’incipit di “(It Goes Like) Nanana”, il brano uscito il 15 giugno 2023 e che ha conquistato davvero tutto il mondo dance, dalle classifiche inglesi a quelle americane.

Peggy Gou a La Prima Estate
Peggy Gou (foto di Stefano Dalle Luche)

Just a feeling that I won’t

Won’t leave behind

Because it’s something that is on

It’s on my mind

I guess it goes like na-na-na

Peggy Gou – (It Goes Like) Nanana

Ma anche “I Go” del 2021: in particolare, i visual sono presi proprio dal video di questa canzone. E sì, i visual sono proprio una droga, associata anche alla voce eterea di Peggy Gou stessa. La “House of Gou”, un fumetto in stile coreano diretto e disegnato da Seo Inji. Questi colori accesi, la dominanza del verde e del rosa, lo stile minimale, rispettato anche dall’illuminotecnica del palco. Che goduria!

La sferzata techno e Chicago house

I ritmi gradualmente crescono con il passare dei minuti, virando sempre più verso una moderata techno anni ’90, come il remix di Floorplan di “House Sound” di Star B. E che sfocia nuovamente in direzione di un altro singolo del suo unico album, “I Believe in Love Again”: la collaborazione quasi assurda tra la DJ coreana e Lenny Kravitz (che tra l’altro passerà per un live in Parco Bussoladomani il prossimo 13 agosto 2024). Poco dopo, l’introduzione della Chicago house di “Get Get Down” di Paul Johnson, fatta durare più di cinque minuti: tra una sigaretta e un’altra, Peggy Gou ogni tanto si toglie le cuffie per regalare sorrisi soddisfatti nei confronti del pubblico oramai completamente assuefatto dalla musica che mette.

Peggy Gou a La Prima Estate
Il sorriso soddisfatto di Peggy Gou (foto di Stefano Dalle Luche)

Dopo due ore di DJ set, il pubblico è in feedback positivo, ma purtroppo è mezzanotte e si deve chiudere: allora l’encore è d’eccezione e davvero nazionalpopolare. Solo lei può chiudere con l’Eurodance, con “Oh La La La” dei 2 Eivissa, con la inconfondibile interpolazione della Korg M1 di “Gypsy Woman” di Crystal Waters.

Insomma, sono state cinque ore e mezza di lezione di dance. Litri di sudore ben sudati!

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Se non parlo di musica, parlo di sport. Se non parlo di sport, parlo di ingegneria. Se non parlo di ingegneria, parlo di meme. Se non parlo di meme è perché dormo.

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