Articolo di Giulio Taminelli | Foto di Andrea Ripamonti
Partiamo con un po’di storia:
Nel 2010 la terra del sol levante vede la nascita delle Sakura Gakuin, un supergruppo di Idol in età scolare creato dalla Amuse con l’intento di portare ai fan una sorta di rappresentazione musicale gioiosa del sistema scolastico giapponese. Chi tra voi è avvezzo ai drama adolescenziali del Sol Levante saprà bene che ogni istituto, oltre alle normali ore di lezione, ospita anche dei club per attività alternative come sport, scrittura o musica. Ebbene, proprio da uno dei club di questo istituto immaginario (il Jūon-bu, il “club di musica pesante”) nascono le BABYMETAL.
Il genere da loro proposto e inventato, il Kawaii Metal, mescola i tratti caratteristici del metal estremo con quelli della j-pop e, inutile dirlo, in quegli anni fa impazzire il mondo. Da Lady Gaga ai Metallica, tutti vogliono avere a che fare con questo trio di Idol adolescenti.
Il climax ascendente della formazione si ferma però nel 2018, anno in cui la morte del chitarrista Mikio Fujioka e l’abbandono di Yuimetal per problemi di salute portano le BABYMETAL a concludere il tour con dei turnisti e con uno show di ballo totalmente stravolto nello stile.
I lunghi tempi di riorganizzazione interna e la pausa forzata causata dalla pandemia sembravano aver messo definitivamente la parola fine al progetto ma, nel 2021, un misterioso annuncio avrebbe portato nel 2023 al nuovo album The Other One e, di conseguenza, al tour mondiale e al concerto di stasera.
Ci sarebbe molto altro da dire sulle BABYMETAL e sul mondo del Kawaii Metal, ma questo è il report di un concerto, per cui non posso fare altro che consigliarvi una ricerca approfondita sul genere. Vi assicuro che non ve ne pentirete.
Tornando quindi all’esibizione, le due grandi incognite della serata sono:
- Le BABYMETAL saranno in grado di riproporre la qualità tecnica del concerto del 2015 e, più in generale, del loro “periodo d’oro”?
- La new entry Momometal sarà in grado di sostituire degnamente Yuimetal?
Andiamo a scoprirlo insieme
Il gruppo d’apertura: gli Wargasm
A malincuore tocca dedicare a questo combo solo un trafiletto in quanto gruppo “spalla” della serata ma, fidatevi, gli Wargasm e il loro electronic Rock meritano un’occasione. Non esagero dicendo che sono una delle formazioni più attive che io abbia mai visto. Il chitarrista Sam Matlock e la bassista Milkie Way sfruttano le dieci canzoni a loro concesse per infiammare il Fabrique con ritmi veloci e allusioni sessuali. A supporto di questa coppia decisamente sopra le righe, tre musicisti di tutto rispetto che interpretano al meglio il mood dei due leader.
Edison Hunter, secondo chitarrista della formazione, è forse il meno attivo ma, va detto, il look azzeccato lo aiuta parecchio. Al mixer troviamo un Adam Crilly decisamente attivo per essere un DJ. Si vedeva che si stava divertendo parecchio e questa è una delle cose che esaltano di più in un concerto dal vivo. Infine Adam Breeze, il batterista, ha dimostrato al mondo quanta resistenza possa avere un singolo essere umano. Nei quarantacinque minuti a disposizione del combo, ha suonato la batteria in qualsiasi posizione. Ho seriamente temuto il crollo della struttura portante mentre salutava il pubblico stando in piedi sulle barre di ferro che supportano i tom.
Anche dal punto di vista tecnico, non posso essere soddisfatto del livello generale. Personalmente non apprezzo molto lo stile vocale di Milkie Way, ma è solo una questione di gusti perché comunque il risultato finale era più che buono. Ottima la capacità di Sam Matlock di gestire un problema al jack della chitarra senza interrompere lo show. Questi sono i dettagli che fanno realmente capire il livello di un performer.
Non vedo l’ora di vederli come headliner, se lo meritano.
Il Concerto
La pausa tra la fine del concerto degli Wargasm e l’inizio di quello delle BABYMETAL è snervante. Non stiamo semplicemente parlando di assistere ad un concerto di Idol, già di per sé un evento raro in Europa. Le BABYMETAL sono state uno dei punti di riferimento del mercato Giapponese per quanto riguarda l’esportazione della musica nel mercato occidentale, per cui dover recensire un loro concerto significa dover fare i conti con le influenze di un intero genere musicale.
Sta di fatto che, prima che ce ne si possa render conto, le luci si spengono e il concerto ha inizio. Dal momento stesso in cui le tre Idol mettono piede sul palco sulle note di BABYMETAL DEATH diventa chiaro che lo show non avrà pause.
Le tre ballerine danzano e saltano per poco meno di un’ora e mezza senza dare a vedere nessun segno di stanchezza nonostante i voluminosi e appariscenti costumi. Dietro di loro, la Kami Band da sfogo a tutta la sua potenza portando all’orecchio del pubblico dei giri di una pesantezza non indifferente. Nonostante il Fabrique fosse pieno come un uovo, il pubblico saltava e pogava, molto spesso cantando a memoria i vari brani (sì, in Giapponese).
Insomma, un’ora e mezzo di delirio tra J-pop e il Death Metal con luci strobo e balletti.
Stile ed esecuzione
A livello tecnico, l’intera esibizione è stata ineccepibile. Le tre ragazze sul palco non hanno fatto il minimo errore, cosa che conferma Momometal come degna sostituta di Yuimetal. (Semplicemente entrambe raggiungono la perfezione). Anche i momenti in cui qualche movimento delle tre sembrava impacciato erano preparati e studiati alla perfezione, oltre che perfettamente a tempo. Se è vero infatti che queste Idol devono dare l’impressione di essere delle ragazzine, la più giovane di loro ha vent’anni e ha alle spalle più di dieci anni di carriera come ballerina. Inutile dirlo, la performance principale rimane quella di Suzuka Nakamoto, in arte Su-metal. Vera leader del gruppo per età e curriculum, imposta le coreografie, canta senza sosta e trova anche il tempo di fomentare i fan. Anche per lei i movimenti da “bambina” sono la normalità ma, va detto, in alcune circostanze ha avuto una presenza scenica allucinante. Nella mia mente, il suo momento di massimo controllo del palco è stato durante un coro chiamato dalla stessa Su-metal, in cui questa si è messa con un piede su di un sostegno posizionato al limitare del palco sfidando il pubblico a cantare puntandogli contro il microfono come se fosse un’arma. Assicuro che il cambio di fisicità da “bambina ad adulta” si è notato ed è stato bellissimo. Per quanto riguarda la scenografia e la parte visuale, devo dire che mi aspettavo di più. Bellissimi gli sfondi fiammeggianti proiettati, stupende le luci e magnifici i costumi, però in passato le BABYMETAL ci hanno abituato a show ben più colorati. Per carità, nulla di trascendentale, però spero che abbiano qualche sorpresa in serbo per i festival estivi.
La scaletta
Credo che la difficoltà maggiore incontrata da questo combo nello studiare il tour promozionale di The Other One sia stata proprio creare la scaletta per le serate. Da un lato, la necessità di pubblicizzare il nuovo album richiedeva di inserire parecchie nuove tracce nella lista, dall’altro i problemi di organico avuti negli ultimi anni hanno portato le BABYMETAL a dover necessariamente inserire dei pezzi famosi per accontentare i fan storici. La soluzione trovata è stata quella di inserire solo due tracce del nuovo album ma cambiandone una di concerto in concerto. Certo, è vero che sulla singola esibizione il concetto non ha effetto ma, sull’intero tour, permette di presentare degnamente l’album senza allungare troppo una scaletta decisamente impegnativa (da reporter vi assicuro che, in questo momento, quasi nessuna performance metal vista in Italia nel 2023 supera i ritmi tenuti dalle tre ballerine in questo show). Per quanto riguarda la data del Fabrique, i due pezzi scelti sono stati la traccia fissa Monochrome e Mirror Mirror che consiglio perché è una gran canzone. Per il resto, ovviamente ampio spazio ai pezzi del primo album BABYMETAL, anche se onestamente non mi aspettavo Gimme Chocolate!! subito all’inizio. Anzi, personalmente l’avrei messa tra le canzoni finali.
È veramente difficile cercare di descrivere questa esibizione usando i canoni dei concerti classici. Il mondo del J-pop (e del Kawaii Metal in questo caso) spesso sembra essere animato da concetti estremamente diversi da quelli che reggono il nostro mercato musicale. L’unica cosa che posso dirvi è che, a prescindere dal gusto personale dell’ascoltatore, un concerto delle BABYMETAL va visto perché è un’esperienza davvero unica che, in un modo o nell’altro, rimane in mente e, soprattutto, crea con il divertimento una sorte di ponte culturale tra il mondo musicale moderno orientale e occidentale senza snaturare troppo nessuno dei due.
BABYMETAL – La scaletta del concerto al Fabrique di Milano
BABYMETAL DEATH
Gimme Chocolate!!
PA PA YA!!
Distortion
BxMxC
Mirror Mirror
Syncopation
Monochrome
METALI!!
Megitsune
Headbangeeeeerrrrr!!!!!
Road of Resistance
Wargasm – La scaletta del concerto al Fabrique di Milano
Venom
Rage All Over
Minigun
Fukstar
Modern Love
Bang Ya Head
Feral
D.R.I.L.D.O
Do It So Good
Spit.