Articolo di Costanza Garavelli | Foto di Matteo Scalet
Una strana elettricità serpeggia tra la gente che si sta lentamente radunando alla FlyArena, grosso capannone adibito ad area concerti, appena fuori dalla città di Trento. Gli sguardi d’intesa, carichi di aspettativa tra il pubblico, sono il carburante che comincia a stemperare l’aria gelata novembrina. Al centro del palco ancora vuoto, troneggia la batteria. Non è sulle retrovie come spesso accade, no, non questa volta. Perché quella batteria lì, apparentemente innocua, illuminata pigramente dalle luci strobo di un palco abitato al momento solo da tecnici ed elettricisti, a breve verrà incendiata dagli inconfondibili colpi dell’ultimo sopravvissuto dei mostri sacri del punk rock mondiale: Marky Ramone.
All’anagrafe Marc Steven Bell, classe ‘52, ha militato nei Ramones per 18 anni, entrando nella band nel ‘78 in sostituzione di Tommy Ramone, fino allo scioglimento avvenuto nel ‘96. La band, nata nel Queens nei ferventi anni in cui nasceva il movimento punk, ha conquistato, non con poche turbolenze, ma in maniera determinante, la scena punk, prima anglosassone e poi mondiale. Ed ora Marky è qui per raccontarci cosa è stato essere un Ramone, attraverso la loro musica.
Sono circa le 21 quando il palco inizia ad animarsi e vede l’entrata in scena di Lizi & the Kids, band italiana made in Perugia, che con il mix di contaminazioni tra il nuovo e il vecchio punk rock, sta conquistando ultimamente la scena italiana. Suonano una buona mezz’ora, mentre l’area sottopalco inizia a infoltire e spingere sulle transenne. Pausa. Marky e i suoi si fanno attendere, come gli eroi delle migliori favole. Attorno al palco si comincia a sentire un crescendo di “Hey-Ho Let’s go”, a richiamo del super eroe della serata.

Entra in scena e risponde alla chiamata, Marky Ramone, con poche parole, una chioma nera che resta intonsa dagli anni ‘80 e un bacio sul pubblico. “Hey-ho, how are you?” e si dirige alla sua batteria. Prende in mano la situazione assieme al resto della band, travolgendoci tutti con una slavina sonora inarrestabile, inconfondibile firma dei Ramones.
É un tuffo nel passato e al cuore, quando aprono con una fila di pezzi iconici dei primi album, il primo proiettile che esplodono infatti è “R’N’R’ Highschool” targato “End of century” 4°album del gruppo, classe 1980, seguito a ruota da brani del calibro di “Havana affair”, “Teenage Lobotomy” e “Commando”. Le transenne però iniziano a spostarsi seriamente in avanti sotto la spinta del pogo, che si scatena definitivamente sui primi riff che raccontano le avventure della più famosa Sheena del mondo della musica. C’è da dire che, da questo pubblico non più giovanissimo, le aspettative a livello di energia potevano non essere delle più alte, ma a quanto pare, non è legale ascoltare un gruppo così senza rendergli il giusto onore, e sotto questo palco le cose si fanno accese. Accenni di nervosi circle pit, un pogo che infuria e cori esagerati. Su “We are Happy Family” vibra tra il palco e la gente una comune fitta di nostalgia per questo gruppo che ha cambiato la storia del punk rock e che sopravvive, nelle magistrali bacchette di Marky, che nei suoi 71 anni non molla un colpo e nella eccellente reinterpretazione di Ken Stringfellow (voce), Marcelo Gallo (chitarra) e Alejandro Lewezuk (basso).
Scorre, la storia dei Ramones, senza pause, senza respiro, senza tempo. I suoni granitici dei loro brani più importanti reclamano braccia protese, polmoni in fiamme e le transenne cominciano a inclinarsi sotto il peso di questa Happy Family ancora così presente.

Marky dietro le pelli sembra ringiovanito di quarant’anni, e in generale, un po’ tutti qui sotto, fanno un bagno nella fonte della giovinezza, quando vengono investiti, per esempio, dal sound ruvido dell’iconico pezzo anni ‘80 “The KKK Took My Baby Away”. Su “I Wanna Be Sedated” la situazione alle transenne è critica, il pogo è instancabile e l’aria che si respira mantiene il livello di eccitazione alle stelle. Spingono fino alla fine, senza cedere, né loro né il pubblico, che non accetta la chiusura dello show, sulle note di “R.A.M.O.N.E.S.”. L’encore viene reclamato a gran voce, dalla fauna sotto palco che viene accontentata in fretta. Marky rientra e si concede un altro saluto e un altro bacio ai fedelissimi, con un sorriso accennato, prima di riprendere posto sul trono. Sparano fuori gli ultimi pezzi come se fosse appena cominciato lo show e spaccano il cuore a tutti proponendo prima la loro immancabile cover dei Creedence Clearwater Revival “Have you Ever Seen the Rain” e chiudendo con l’intramontabile cavallo di battaglia dei Ramones “Blitzkrieg Bop”.
“Goodnight Trento!” Ciao Marky, grazie per il pezzo di storia che ci hai regalato stasera.
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MARKY RAMONE’S BLITZKRIEG – la scaletta del concerto di Trento
1. R’n’R Higschool
2. Havana Affair
3.Teenage Lobotomy
4. Commando
5. Beat on The Brat
6. I Don’t Care
7. Sheena Is a Punk Rocker
8. Now I Wanna Sniff Some Glue
9. We are a Happy Family
10. You Sound Like You Sick
11. Rockaway Beach
12. Gimme Gimme Shock Treatment
13. Let’s Dance
14. Surfin’Bird
15. Judy is a Punk
16. I Wanna be Your Boyfriend
17. She’s a Sensation
18. The KKK Took My Baby Away
19. Pet Sematary
20. I Wanna Be Sedated
21. Oh Oh I Love Her So
22. California Sun
23. I Don’t Wanna Walk Around With You
24. Pinhead
25. Cretin Hop
26. Tomorrow She Goes Away
27. I Just Wanna Have Something To Do
28. She’s The One
29. Listen To My Heart
30. Anxiety
31. R.A.M.O.N.E.S.
ENCHORES
32. Do You Wanna Dance?
33. Glad To See You Go
34. Kill That Girl
35. Have You Ever Seen The Rain? (cover Creedence Clearwater Revival)
36. Touring
37. Wanderful World (cover Luis Armstrong)
38. Blitzkrieg Bop
