Articolo di Alessandro Amendolara
Diamo i numeri. La prima tappa milanese del 23 settembre del Marrageddon – il festival rap organizzato da Marracash, portando a bordo il “best of” multigenerazionale della scena – ha fatto un sold out, portando oltre 80.000 persone all’Ippodromo Snai La Maura, praticamente la stessa capienza del vicino stadio di San Siro. Sold-out anche per la tappa di Napoli del 30/9, che prevederà oltre 50.000 persone all’Ippodromo di Agnano.
La line-up annunciata per Milano prevedeva nomi del calibro di Kid Yugi, Miles, Anna, Paky, Shiva, Fabri Fibra, Salmo e appunto Marra: tutto confermato, con piacevoli sorprese fuori programma date dalle incursioni sui vari set di altri big come Tedua, Ensi, Noyz Narcos, Lazza, Blanco, Mahmood e Madame. Primo segnale della generosità artistica – e non solo – del “King del Rap” italiano.
Il cerimoniere che apre le danze alle 16:00 è Michele “Wad” Caporosso – la “voce” radiofonica del rap su Deejay ed M20 – che cede la consolle a Dj Ty1 e DJ Zak per il loro contest di dj-ing. Dopo aver scaldato i primi accorsi all’infangato ippodromo (causa pioggia mattutina) con classiconi della doppia H, il palco lascia lo spazio alla performance di Kid Yugi che non “porta il commerciale” ma si porta dietro i suoi bro Nerissima Serpe e Tony Boy. Il primo fuori programma della giornata è l’incursione di quella “brava gente” di Nerone e Ensi che si inframezzano al set multitasking di Miles che mischia dischi (velocissimo) e sa anche rappare: viva la Next Gen!
Nel tipico orario dell’aperitivo milanese, anziché gli spritzetti intorno a me ci sono bicchierozzi in plastica (ahia!) di birra e profumo di salamella, per salutare la seconda infornata di artisti in programma: prima la cazzimma alla Gomorra di Paky (su tutte No wallet e Tik Tok, IMHO) , poi Anna (che non poteva esimersi da regalare a tutti Cookies and Cream) e Shiva – “da 10 anni in questa merda come Pac e come Biggie” – che mischia fotta gangsta con la tenerezza del cuore di un Lindoor.
Quando tutti ci aspettavamo la classica playlist piazzata per dare spazio al prossimo (da scaletta, Fibra), ecco che partono inaspettatamente le barre di Sangue Misto (ndA: maaaagari ci fossero stati anche loro!) di Tedua che regala il secondo fuori programma alla gente dell’Ippodromo che inizia a farsi davvero numerosa. L’MC genovese inanella così Red Light, Paradiso Artificiale e Hoe, mentre il pallido e tiepido sole inizia a calare dietro i palazzoni dell’hinterland.
Quello che succede poi dalle 19.30 è antologico per gli amanti del Rap “In Italia”: puntuale come un orologio svizzero, sale sul palco Fabri Fibra con dj DoubleS, partendo tautologicamente con Intro, per un set di un’ora in cui si è presentato visibilmente emozionato di tornare su palchi di questa portata e che lo ha visto uscire con il coro da stadio che lo coccolava “Olè, olè, olè, Fiiiibraaa, Fiibraaaaa!”. Durante questa ondata di amore, un intelligente mix dei suoi successi commerciali di metà anni Duemila (Fenomeno, Applausi, In Italia), inframmezzati dalla doverosa celebrazione di “Mr. Simpatia” (Rap in Vena, Non crollo, Faccio sul serio, Non fare la pxxx) passando per le sue recenti produzioni e featuring fino alla chiusa agrodolce con la combo Panico + Stavo Pensando a te: il rapper marchigiano – con uno standing davvero notevole – ha dato tantissimo e si è preso tutto il meritato e caloroso affetto degli ormai ottantamila presenti, come mostrano le riprese del drone.
Il tempo di un meritato pit stop nei sempre folcloristici bagni chimici (hai detto Woodstock?) che un inconfondibile “Hey” mi riporta davanti al palco dove sale un rapper incappucciato di rosso che con 90MIN mi ricorda i vizietti capitali del Belpaese. Salmo è adrenalinico: non dà il tempo di assimilare il primo pezzo che tira subito il secondo cazzotto, riportando sul palco Fibra per Stai zitto!, alla fine della quale si inginocchia di fronte a lui, ringraziandolo (quel tenerone di Fibra gongola e ritorna nel backstage). Poi è tutto velocissimo: il ninja sardo salta, duetta con la telecamera, fa un dj-set di almeno 10 min che trasforma la notte milanese nel Tomorrowland, ferma il live per permettere i soccorsi ad una ragazza che si è sentita male nelle prime file della Red Zone… Durante l’ora più veloce e più pregna di input di forse tutta la mia vita, lascia anche lo spazio di far salire sul palco il sodale Noyz Narcos per duettare su Mic Check e far fare capolino per la prima volta sul palco a Marra, dove il trio performa Respira. Io capisco soltanto di non averci capito nulla, ma ritorno a terra (bagnata, melmosa, paludosa…) per ascoltare Lunedì, l’ultimo pezzo che Salmo ci regala confidenzialmente a cappella. Buonanotte LeBon! (Spoiler: lo rivedremo più avanti con Marra in A volte esagero)
Sono le 21.30 e un corno con base ritmica segna l’inizio del set di Marracash che opta per partire con la canzone che lo ha fatto conoscere per la prima volta al grande pubblico, grazie ai passaggi su MTV et similia: Badabum cha cha. Nel mentre, dietro di lui molteplici maxi-schermi proiettano pregevoli di lavori di mothion graphic che ci accompagneranno per tutti i suoi set e un corpo di ballo lo circonda, mischiando lo stile hip con la danza-teatro, rendendo il tutto estremamente suggestivo, specie sui pezzi più emotivi.
Parte così una partita di tennis in tre set, dove nel primo Marra esplora principalmente i primi brani della sua carriera, alternandoli a brevi dichiarazioni sincere e mai retoriche (notevole la dedica alla seconda generazione dei figli di immigrati, su Bastavano le briciole). Il King del rap si mostra così pienamente consapevole ma mai sborone, sentimentale ma non sdolcinato, sicuro di sè ma conscio che il futuro non è ancora scritto e proprio per questo si tiene “vicini amici e persone care, perché senza radici l’albero cade.”
L’albero si estende verso il secondo set in cui, ampiamente preannunciato dalla scaletta, appare l’amico fraterno Guè Pequeno – forse un po’ imbolsito, ma carico come un AK-47 – con cui performa il best of di “Santeria”: partenza inevitabile con Money infiammando poi la folla umana con inni di amore “romantico” come Insta Love oppure S.E.N.I.C.A.R, fino a Smith & Wesson Freestyle dove anche il duo di G’s diventano soccorritori come in precedenza Salmo e fermano il pezzo per accertarsi che una ragazza nelle prime file stesse bene (sempre la stessa di prima?). Notevole l’empatia de miei compagni di concerto che urlano letteralmente all’organizzatore “Marra, anche noi stiamo maaaleeee! È finita la birraaaaa! BIRRAGEDDON!!!” Ridono. Solo tra di loro però. Lo show va avanti e “Genitore 1 Marra” e “Genitore 2 Guè” (così si sono auto-nominati), decidono di chiudere a cappella l’ultima barra del brano. Il set prosegue e quando chiedono di spegnere le luci sulle note di Brivido per accedere quelle dei cellulari, la vista sui monitor della miriade di gente che ha occupato l’ippodromo, fa quasi letteralmente salire un brividino che ci porta al loro ultimo pezzo insieme, inevitabilmente ∞ Love.
E dopo tutto questo amore, non si poteva aprire il terzo set (quello conclusivo) con il “gemello giovane di Marra” (cit.) Mahmood che apre con una versione inedita di Io. Marra rientra e attacca con I denti e si ricongiunge con Mahmood per Crazy Love. Il set sembra un palco teatrale dove a monologhi canori del padrone di casa, si susseguono coup de theatre con la salita sul palco di altri ospiti inattesi come Blanco (in NEMESI) Lazza e Paky (in SPORT – I muscoli) e Madame che duetta nel brano omonimo MADAME – L’anima. Questo tira e molla di momenti solitari e momenti “di coppia” sembra essere costruito appositamente per traghettarci all’ultimo brano – forse il più significativo e catartico a detta del suo stesso autore: CRUDELIA – I nervi – con cui le luci del palco si spengono e tutto sembra terminare. Ma il pubblico ormai conosce la liturgia dei concerti e reclama l’encore, con un pezzo forse scontato per il momento, forse eccessivamente guascone, ma sicuramente summa teologica delle skills performative e autoriali di Marracash: 64 BARRE DI PAURA.
La mitragliata lessicale del King chiude letteralmente col botto quella che lui stesso ha chiamato la “festa dell’ hip hop italiano”, per la quale è stato un maestro di cerimonie generoso e inarrivabile: viva il Re!
MARRACASH – La scaletta del Marrageddon a Milano
Set 1:
Badabum cha cha
King del rap
Didinò
Popolare
A volte esagero (ft. Salmo)
Rapper/Criminale
Bastavano le briciole
APPARTENGO – Il sangue
Sabbie mobili
Catatonica
Fino A Qui Tutto Bene
20 anni (Peso)
Niente canzoni d’amore
Set 2 (Santeria ft. Guè):
Money
Nulla accade
Ca$hmere
Salvador Dalì
Insta Lova
S.E.N.I.C.A.R.
Smith & Wesson Freestyle
Qualcosa in cui credere
Quasi Amici
Scooteroni
Brivido
∞ Love
Set 3:
Io (Cantata da Mahmood)
BODY PARTS – I denti
Crazy Love (ft. Mahmood)
BRAVI A CADERE – I polmoni
Pagliaccio
Cosplayer
Nemesi (ft. Blanco)
Laurea ad honorem
Dubbi
MADAME – L’anima (ft. Madame)
SUPREME – L’ego
SPORT – I muscoli (ft. Lazza e Paky)
CRUDELIA – I nervi
Encore:
64 BARRE DI PAURA
SALMO – La scaletta del Marrageddon a Milano
90MIN
Stai zitto (ft. Fabri Fibra)
Russell Crowe
The Island
1984
Ho paura di uscire
Ho paura di uscire 2
Diavolo in me
Mic Check (ft. Noyz Narcos)
Respira (ft. Noyz Narcos e Marracash)
Dj Set di Salmo
Io sono qui
Il fuggitivo
Perdonami
Papparapà
Mammastomale
Lunedì (a cappella)
FABRI FIBRA – La scaletta del Marrageddon a Milano
Intro (Cielo)
GoodFellas
Brutto figlio di
Sulla giostra
Fenomeno
Demo nello stereo
Propaganda
Applausi per Fibra
In Italia
Rap in vena
Non crollo
Non fare la puttana
Bugiardo
Night Skinny
Six Pack
Obladi Oblada
Parafulmini
Panico
Stavo pensando a te
La line-up degli artisti al Marrageddon Festival all’Ippodromo SNAI La Maura di Milano
Kid Yugi
Miles
Anna
Paky
Shiva
Tedua
Fabri Fibra
Salmo
Marracash + “Santeria Set” con Guè Pequeno