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Reportage Live

MILES KANE a Milano: concerto a tempo – troppo – determinato

Il cantautore inglese porta sul palco One Man Band – il suo tour – con uno spettacolo one man show

Articolo di Chiara Amendola | Foto di Claudia Mazza

Miles Kane salva, apparentemente, Milano da una piovosa e tediosa serata con un live atteso e dalle grandi aspettative emotive in Santeria Toscana.

Il tour One man band prende il nome dal suo quinto album solista, che offre una sfumatura inedita nello spettro multiforme del suono che rende Miles Kane, Miles Kane, rappresentando il suo sforzo più alto nelle classifiche fino ad oggi.

Il musicista è stato per anni una figura di spicco nella scena indie rock, ma sembra che stia ancora sperimentando. Tracce come Baggio sono molto diverse dalle canzoni delle sue versioni precedenti, più paragonabili alla musica composta nei progetti “collettivi” come The Rascals e The Last Shadow Puppets.

Coloro che hanno sfidato il maltempo non sono qui di certo per le sue imprese extracurriculari. C’è un timbro inaspettatamente vigoroso nella loro attesa, che sembra sorprendere lo stesso Kane tanto quanto lo emoziona.

L’artista irrompe sul palco lanciando Troubled Son ed è subito percepibile quale sarà l’evoluzione del concerto: pubblico entusiasta, singalong, momenti di pogo (moderato) e danze scatenate. Non si tratta di un ingresso arrogante ma l’overture di qualcuno che sa di essere un grande dal vivo e ha materiale per sostenerlo.

Arriva però il primo colpo di scena della serata, Keane è da solo sul palco, senza band, nessuno immaginava un one man show considerate anche le tappe precedenti del tour che lo hanno sempre visto accompagnato da quattro elementi.

La sua voce suona comunque brillante ed elimina ogni potenziale resistenza del pubblico con una raffica di proposte di qualità, Better Than That, The Best Is Yet To Come, Give Up, e la title track del disco, una canzone d’amore profonda e allegra -alimentata, come sempre, dal suo sublime modo di suonare la chitarra – che si candida, senza dubbio, a essere un evergreen del suo repertorio.

Il parterre stasera è più poliedrico che mai: un mix eclettico di ventenni rumorosi, british pop dandy in giacche a vento infeltrite, e intellettuali over quaranta dalla chioma radiosa. Guardare persone così diverse godersi la stessa musica in un modo del tutto personale è un’esperienza stranamente positiva che mette in evidenza come alcuni artisti abbiano un effetto transgenerazionale.

Kane è preso bene dal clamore dei presenti e interagisce con frasi motivazionali pronte a scatenare tutti nei brani in scaletta. È evidente che sia divertito dallo show e la sua presenza scenica quasi ingombrante emana sempre quell’allure disinvoltamente cool che lo contraddistingue.

La parte più impressionante del vederlo dal vivo è osservarlo mentre suona la chitarra: cambia lo strumento continuamente e senza sforzo, godendosi ogni momento, che filtra naturalmente nella folla e nell’atmosfera.

Dopo un amarcord nostalgico in acustico – che culmina in un climax altissimo, in cui vengono riproposti gli imprescindibili della sua carriera – lo show arriva inaspettatamente a un finale precoce che lascia tutti negativamente sbalorditi.

Le penultime canzoni generano un hype che si conclude troppo in fretta diventando un encore prematuro. Su Come Closer, Miles esorta i fan a “perdere la testa” e poi Don’t Forget Who You Are, che diventa un canto unico con i presenti e una conclusione felicemente “banale”.

Nonostante l’energia e le good vibes lo spettacolo dura poco meno di un’ora lasciando il pubblico ancora affamato e frastornato. Il concerto sembra più una prestazione occasionale che la data di un tour più complesso.

Qualcuno aspetta fiducioso, ma le luci si alzano e la gente viene invitata ad andare via confermando che non si tratta di una Boutade.

Breve, intenso e costoso. Miles ci aspettavamo di più da te.

Clicca qui per vedere le foto di Miles Kane in concerto a Milano o sfoglia la gallery qui sotto.

Miles Kane

Miles Kane: la scaletta del concerto alla Santeria Toscana

Electric

Troubled Son
Better Than That
The Wonder
Cry on My Guitar
Rearrange
Baggio

Acoustic

Heal
Dealer
Standing Next to Me
Colour of the Trap

Electric

Never Taking Me Alive
Come Closer
Don’t Forget Who You Are

Written By

Cinefila e musicofila compulsiva. Quando qualcosa mi interessa non riesco a tacere.

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