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Reportage Live

ONLY THE POETS: a Milano la primavera arriva in anticipo a suon di indie pop rock

Unica tappa italiana per il quartetto di Reading, in giro per l’Europa con il tour di lancio del nuovo EP. Forte dei successi degli ultimi anni, la band è tornata con le sue sonorità fresche e la sua coinvolgente presenza scenica. Trovando ad attenderli frotte di fan adoranti.

Articolo di Silvia Cravotta | Foto di Federico Buonanno

Ogni tanto ci vuole. Una ventata di freschezza, di gioventù e di spensierato (indie) pop rock come quello che gli Only The Poets hanno portato in Santeria Toscana 31 a Milano, per l’unica tappa italiana del loro One More Night Tour, partito nelle scorse settimane e in giro per l’Europa fino ad aprile. La band britannica torna dopo due anni parecchio intensi, con un 2022 che li ha visti protagonisti in particolare a Milano prima come supporter di Louis Tomlinson poi da headliner con un sold out al Magnolia e un 2023 segnato dall’uscita del loro terzo lavoro, 2023, e del singolo One More Night, che dà il titolo al tour e lancia la volata all’EP omonimo in uscita a giugno (ma gli inediti sono già presenti in scaletta). Ad accoglierli in una serata mite di febbraio, colori, sorrisi e belle speranze che gli OTP hanno ricambiato con le loro hit accattivanti e una meritevolissima presenza scenica. Mood della serata: Spring is coming

Come sarà il pubblico si capisce fin dall’ingresso della Santeria, presidiato da ragazze giovanissime, con indosso i loro migliori outfit (e qualche merchandise) e un livello di emozione già bello alto. All’interno diverse di loro hanno in mano rose gialle – dicono distribuite da una misteriosa ragazza fuori dal locale –, mentre un nutrito gruppo ha scelto di indossare i cappelli a cono delle feste e altre reggono in mano dichiarazioni scritte su fogli A4. Unici adulti presenti nella sala sono i genitori che le hanno accompagnate, chi con fare annoiato e chi con fare complice. Maschi giovani non pervenuti, se si fa eccezione per qualche fidanzato presente esclusivamente per doveri sentimentali.

Ad alzare il livello degli ormoni e dei decibel ci pensa già Alfie Jukes, supporter della band che sale sul palco all’ora dell’aperitivo, 7 p.m. Il giovane e riccioluto cantante di Brighton era atteso e ha ricevuto un’accoglienza decisamente calorosa: d’altronde si è fatto conoscere con canzoni e cover postate su Tik Tok e Instagram, non stupisce che fosse già noto a gran parte del parterre.

Che, infatti, ha cantato le sue canzoni ed è esploso in un singalong a una voce sola quando ha lanciato la cover di Little Things degli One Direction. Alfie ha una voce morbida, un modo di fare accattivante e sa come conquistare l’attenzione del suo pubblico: la consacrazione definitiva arriva quando gli passano una bandiera tricolore con il suo nome sopra, che indossa sulle spalle. Fan in visibilio e inevitabili coretti di “Sei bellissimo”. Una mezz’ora di opening decisamente di successo.

Il cambio palco è accompagnato da musica, balletti e chiacchiericci frenetici in persona e in videochiamata con le amiche rimaste a casa. L’emozione è contagiosa e rimbalza da una parte all’altra della sala. Sfocia in un boato collettivo quando, alle otto in punto, il quartetto di Reading sale sul palco. Marcus Yates prende il suo posto alla batteria, Clem Cherry imbraccia la chitarra. Tommy Longhurst prende il suo posto al microfono mentre nello stesso momento Andrew “Andy/Roo” Burge appoggia le dita sulle corde del suo basso. I led rossi sullo sfondo accompagnano l’impatto sonoro ed emotivo di Crash, una delle loro hit più note e attacco perfetto grazie alla studiata interazione di batteria e chitarra su un sottofondo synth pop e un testo che parla dell’importanza di imparare a gestire le proprie emozioni.

Segue un trittico emozionale niente male, prima con la struggente Every Song I Ever Wrote, che con il suo ritmo lento e il suo coro invita a lasciar andare un amore ormai finito, e Don’t Wanna Be Your Friend, primo inedito della serata. Chiude Forget Your Name, dove la batteria accompagna perfettamente la rabbia di chi è finalmente riuscito a uscire da una situazione difficile. Segue Gone by Now, secondo inedito del nuovo EP accompagnato dal ritmo di braccia ondeggianti, il terzo sarà It’s Okay (Not to be okay), introdotto dalle parole di Tommy sull’importanza di accettarsi nelle proprie diversità e mancanze.

Raccontare di cosa parlano le canzoni degli OTP non è un esercizio di stile ma aiuta a capire che, nonostante un sound e una fanbase che porterebbero in quella direzione, non siamo certo davanti a una teen band ma a un gruppo che in pochi anni di vita è cresciuto rapidamente, trovando sempre più spazio sui palchi e autoproducendosi fino alla firma con una grande label, la EMI, giusto un anno fa. Waking in the Dark è la riprova di un songwriting ormai maturo, con una melodia semplice ed elaborata allo stesso tempo, accompagnata dalla chitarra di Clem, mentre la voce di Tommy sembra volerti abbracciare e dire che andrà tutto bene. Il tema parte da un’esperienza personale del lead vocalist ma si allarga a quello della salute mentale e a tutti quei momenti in cui le difficoltà ci sembrano insormontabili.

Gli OTP hanno anche un altro merito, quello del calore che fanno scorrere dal palco al parterre, ricevendone altrettanto in cambio. Davanti al pubblico della Santeria – affezionato ma ristretto – mostrano un entusiasmo e una gratitudine che non sfigurerebbero in location ben più grandi. Per tutto il concerto, Tommy ringrazia le fan di essere lì – a colpi di “grazzi” poi corretti in “grazie” dopo che glielo fanno notare –, fa appelli a tirare fuori l’energia e fare rumore (come se ce ne fosse bisogno!) ed esalta la pizza, il gelato e “beautiful people in Milan, anything beautiful in Milan”. Milano è “fucking incredible” e per tutta l’ora e un quarto di concerto gli OTP fanno chiaramente capire quanto siano contenti di essere lì.

Una euforia che si diffonde in sala e nutre un pubblico che ancora non è sazio dei suoi beniamini, e monta ancora di più al momento di Nana’s House, una emozionante lovesong tra le preferite dei fan, e Looking at You. Il momento si fa ancora più intimo quando Tommy dal palco chiede un po’ di spazio nel parterre e scende con Clem per la versione acustica di Every God I Pray To, parliamo ancora di un amore finito e della disperazione che si porta dietro. La performance è sentita ed emozionante, e si scioglie in un abbraccio tra i due nel finale. Ma la cosa più bella in assoluto è il rispetto totale con cui le fan li fanno scendere, li accolgono in un cerchio che lascia loro tutto lo spazio di cui hanno bisogno, abbracciandoli idealmente ma senza mai provare ad avvicinarsi o a interagire approfittando del momento. Una piccola standing ovation per loro.

Mentre risalgono sul palco, Marcus e Andrew lanciano Even Hell con un intro di batteria e basso a cui si aggiungono poco dopo gli altri due membri della band, con chitarra e voce. Un’altra canzone dall’ottimo arrangiamento e con un ritornello che è difficile levarsi dalle orecchie, accolta da un gruppo di fan che solleva cuori di carta con scritto “I’m not alone”, proprio come canta Tommy in quel momento. Over & Over e JUMP! chiudono la scaletta con una bella botta di energia.

Il resto della serata segue il consueto percorso. Luci spente, “se non metti l’ultima noi non ce ne andiamo”, a un certo punto parte anche un coretto che canta la canzone sanremese dei The Kolors. Per i loro encore, gli Only The Poets hanno tenuto da parte altri tre pezzi forti. One More Night, ultimo singolo uscito, inno esaltante alle notti che non sembrano finire mai, con i sintetizzatori che rendono il loro stile alt-pop ancora più ballabile e un ritornello ruvido. Ceasefire è stato il loro primo singolo, nel 2017, il debutto che li ha fatti conoscere al mondo. Una canzone che ti porta via un pezzo di cuore, ancora di più in questo momento storico in cui di “cessate il fuoco” c’è un bisogno disperato. Chiude Emotional, altra canzone degli esordi, ed è tempo che le danze finiscano. I quattro salutano, lanciano plettri e bacchette, vanno via sorridenti. Come quelli che si vedono tra le fan che cominciano a lasciare la sala e che si apposteranno all’uscita, davanti al loro pullman, con la speranza di un saluto prima che i loro amati vadano via. Buona fortuna, ragazze.

Clicca qui per vedere le foto del concerto degli Only The Poets a Milano (o scorri la gallery qui sotto)

Only The Poets

ONLY THE POETS – La scaletta del concerto di Milano

Crash
Every Song I Ever Wrote
Don’t Wanna Be Your Friend
Forget Your Name
Gone By Now
Speak Out
It’s Okay (Not To Be Okay)
Waking in the Dark
Nana’s House
Looking at You
Every God I Pray To
Even Hell
Over & Over
JUMP!

Encore:
One More Night
Ceasefire
Emotional

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