Metti un afosissimo sabato di luglio, metti 5 ore di coda in auto (sì, 5 ore!), metti nessun posto tenda disponibile in tutta Jesolo Lido (scoprendolo all’arrivo), perché soffrire così? Per il ritorno di Paul Kalkbrenner, super esponente della scena techno, minimal e neotrance di matrice tedesca che, dopo le due date sold out di Milano e Roma, si è ripresentato in Italia con il suo ultimo lavoro “Guten Tag” sotto a un braccio e con i successi trascorsi di “Berlin Calling” e “Icke Wieder” sotto all’altro, destinazione Sunwhere, festival di musica elettronica organizzato dagli staff de “Il Muretto” e “Suonica” nella location della Pista Azzurra di Jesolo (VE), un evento riuscito ma parzialmente rovinato dall’annullamento all’ultimo minuto da parte di quello che sarebbe dovuto essere l’altro grande protagonista di Sunwhere, ovvero il dj olandese Armin Van Buuren.
“Guten Tag” ha un sapore diverso rispetto ai precedenti lavori di Kalkbrenner, il quale sembrava aver dato tutto sé stesso nella realizzazione di “Berlin Calling” prima e di “Icke Wieder” poi, e questo lo si riesce a percepire subito anche durante il live set tenutosi alla Pista Azzurra di Jesolo. Il “Buongiorno notturno” che Paul regala al suo pubblico è composto da bpm più veloci rispetto a quelli a cui ci ha abituati nel corso della sua carriera e l’atmosfera sembra virare sempre più verso quella nuova tendenza che sta investendo un po’ tutta la musica elettronica europea, una tendenza verso sonorità più aggressive e dure, verso un impatto più violento e prepotente che fa dimenticare per un attimo l’atmosfera stile “clubbing” e proietta l’ascoltatore/spettatore verso un’ambientazione più simile ai raduni “technoberlinesi” quasi hardcore (mi preme però sottolineare il quasi).
Nonostante Paul Kalkbrenner sia indiscutibilmente uno dei punti di riferimento a livello mondiale nel panorama della musica e della cultura elettronica, e i cachet sborsati per lui dai migliori club e festival internazionali ne sono la prova, in questa occasione è necessario essere onesti e fare le pulci al dj berlinese. Durante il live set alla Pista Azzurra, iniziato alle 21.00 e terminato attorno a mezzanotte (decisamente troppo presto n.d.r.), Paul ha infatti entusiasmato e intrattenuto a dovere la folla, non c’è che dire, ma con la pecca di aver mancato in pieno i passaggi da un brano all’altro del suo repertorio arrivando in alcuni casi a pause lunghe fino a una decina di secondi, difetto di non poco conto trattandosi di un dj il cui compito principale dovrebbe essere proprio quello, come ci si aspetta, di non lasciare mai all’asciutto le orecchie di chi balla di fronte a lui. A parte questa mancanza, che ha contribuito a renderlo un po’ più umano e un po’ meno star dj (Paul è infatti divenuto famoso non solo per i suoi lavori ma anche per il suo atteggiamento molto spesso divistico e irriverente), bisogna ammettere che Kalkbrenner ha saputo coinvolgere il pubblico a dovere, come sempre, grazie anche a un light set di tutto rispetto che scorreva senza sosta alle sue spalle, minimale ma in grado di raggiungere l’effetto desiderato, con il logo cerchiato PK ripetutamente in bella mostra come a voler dire “Siete di fronte a Paul Kalkbrenner, non dimenticatelo mai”.
