Articolo di Chiara Bernini | Foto di Cesare Veronesi
Dopo il sold out all’Alcatraz di Milano, ieri Paul Weller ha bissato il successo meneghino, calcando il palco bolognese dell’Estragon e regalando ai suoi fan un tuffo nella sua lunga carriera.
L’occasione per il ritorno del Modfather in Italia è dato dalla promozione dei suoi ultimi due album On Sunset (2020) e Fat Pop Volume 1 (2021). Due lavori che vanno a colmare un’assenza di ben sei anni dai palazzetti musicali nostrani, ulteriormente prolungata dall’improvviso blocco dei concerti causa Covid-19. Un periodo di stallo che comunque non ha impedito a Weller di essere il solito instancabile e prolifico cantautore.

Insomma, ieri sera l’attesa era decisamente alta e lo show regalato dall’inglese non ha certamente deluso. Il compito di aprire il gigante Paul è stato lasciato alla giovane irlandese Aibhe Reddy che ha allietato i presenti con una mezz’ora di dolce alt-folk made in Dublin. Ma se l’Estragon era già abbastanza pieno alle 20:30, altrettanti fan scalpitanti erano ancora ammassati all’ingresso in una fila interminabile che si snodava tra le macchine del parcheggio della venue.
Fortunatamente, i primi accordi di Cosmic Fringes e l’apparizione del Modfather sul palco alle 21:30 spaccate fanno dimenticare ai suoi adepti la pessima organizzazione dell’evento che ha lasciato numerosi fan in balia di una zona industriale da film horror.
Scordate le pene per accedere alla sala concerti, lo spettacolo di Paul Weller ha accompagnato i presenti in un viaggio di due ore di qualità musicale. Quella scelta dall’artista inglese e colleghi non è di certo la classica setlist stracolma di successoni, optando per una selezione dei brani più ricercata e studiata.

A parte I’m Where I Should Be e Saturns Pattern (2015), la serata ha infatti totalmente obliato le tappe della carriera solista di Weller dal 2000 ad oggi. Ampio spazio quindi alle fasi iniziali del suo lavoro, con brani estratti dagli album Paul Weller (1992) e Stanley Road (1995), per giungere direttamente ai capitoli musicali più recenti e sperimentali di On Sunset e Fat Pop.
Un’alternanza tra presente e passato che ha portato alla performance di canzoni quali Into Tomorrow, i cui riff travolgenti sulla scia delle vecchie glorie mod creano un ritornello che funziona e che diverte il pubblico. E singoli più recenti e ricercati, come Fat Pop che, grazie alle sue influenze elettroniche, avvolge il pubblico in una dimensione onirica. Una scelta ben pensata anche per sbollire il caldo assolutamente torrido che sta soffocando l’Estragon.
Mentre la serata va avanti, ci si accorge che all’appello manca persino il brano più famoso di Weller-solista, You Do Something to Me.

Ma se il cantautore british può concedersi ampie libertà sulla propria carriera, è consapevole di non poter tralasciare tributi ai mitici Style Council. E infatti proprio le note danzerecce di Headstart for Happiness, suonata poco dopo l’inizio della serata, infiammano il pubblico adulto dell’Estragon fino a quel momento pacato e attento ascoltatore.
Un tuffo nel passato della band decretato definitivamente dalle note della super hit Shout to the Top che, a metà spettacolo, fa esplodere i presenti in danze sfrenate in ricordo dei mitici anni Ottanta.
Sul palco Paul Weller è di una raffinatezza inaudita. Uno stile semplicissimo che fa da accessorio al suo inconfondibile taglio di capelli che gli incornicia di bianco il viso, muovendosi assieme a lui tra i suoi virtuosismi musicali. La voce di Paul è ancora immacolata, abbracciando il pubblico bolognese grazie all’accompagnamento del pianoforte di Stanely Road che ne risalta il calore in pieno stile soul. Anche la ballata malinconica Glad Times, che segue subito dopo, ne evidenzia il timbro vocale, rimarcando la bravura di Weller nel ricercare sound eleganti attraverso il ricorso del synth.

Non c’è molto tempo per fermarsi. Weller infila un brano dietro l’altro, interagendo pochissimo con il pubblico e limitandosi a qualche “Grazie mille”. Ma ai fan va bene lo stesso: ondeggiano, battono le mani a ritmo e hanno un sorriso stampato sulla faccia. Sono letteralmente nelle mani di Paul.
Anche gli altri membri sul palco non scherzano, creando una perfetta sintonia musicale con un ottimo risultato sia sonoro che vocale. In primis, il grande Steve Cradock che, tra una svapata e l’altra, regala grandi assoli di chitarra. Degni di nota anche il batterista e il percussionista, tra i quali si percepisce una grande intesa mentre si dimenano sui loro strumenti. Le loro ottime voci di supporto sono infine definite da sax e flauto traverso di Jacko Peake che donano un’aria sofisticata alla serata bolognese. Il tutto sullo sfondo di una scenografia asciutta in cui a parlare è la sola musica.

Giunti alla fine del concerto, Weller e soci ci regalano ben due uscite sul palco. Ma è ovviamente Town Called Malice che chiude definitivamente la notte dell’Estragon. Un doveroso tributo ai The Jam, preannunciato dall’esecuzione di Start!, che Paul sprigiona sul palco a suon di tamburello, divertendosi insieme al pubblico per un’ultima volta.
A sessanta cinque anni, Paul Weller è ancora un invidiabile figo. Non solo, dimostra di essere un artista instancabile capace di unire sound intramontabili del passato a nuove sperimentazioni. Un mix perfetto che lo riconferma un cantautore attivo e dinamico, mai disposto ad arrendersi a monotonie musicali.
Paul Weller si fermerà in Italia per altre due date, suonando questa sera all’Auditorium del Parco della musica a Roma e il 24 settembre al Palazzo del Turismo di Jesolo. Non perdetevelo!
Clicca qui per vedere le foto di Paul Weller in concerto a Bologna e Milano o sfoglia le gallery qui sotto
PAUL WELLER – La scaletta del concerto a Bologna
Cosmic Fringes
My Ever Changing Moods
I’m Where I Should Be
That Pleasure
Old Father Tyme
Headstart for Happiness
Jumble Queen
Stanley Road
Glad Times
All the Pictures on the Wall
Hung Up
Fat Pop
Village
More
Saturns Pattern
Shout to the Top!
Above the Clouds
Into Tomorrow
Start!
Peacock Suit
Encore:
On Sunset
Broken Stones
Wild Wood
Rockets
Encore 2:
Town Called Malice
