Articolo di Roberta Ghio | Foto di Andrea Ripamonti
Nell’istante in cui entro nella grande sala dello spazio PARCO, in via Ambrogio Binda 30, Milano, inizio a respirare “la bellezza”, grazie alla distesa di foto, o meglio, capolavori di Henry Ruggeri, che con la precisione di un cecchino ha fermato nel tempo l’immagine di artisti che hanno scritto la storia del rock, intenti a …scrivere quella meravigliosa storia!
Ma quando, dopo aver scaricato la app Notaway® inquadro la foto degli Arctic Monkeys (una delle prime del percorso) un sussulto, un nodo in gola: sullo schermo del mio smartphone compare Massimo Cotto, che con i suoi occhiali stravaganti d’ordinanza e il suo fare amichevole, mi racconta aneddoti sulla band di Sheffield, con la naturalezza di sempre. Reale. Vero. Inizia così la mia personale passeggiata con lui, che mi parla di Waters, Springsteen, Florence e molti altri. Un’immersione nell’immersione.
E il tempo si ferma, come ci fa notare Chiara Buratti, moglie di Massimo Cotto:
La bellezza del fermarsi da tutto il caos che ci circonda ed entrare in un’altra dimensione, facendo un’esperienza, mettendoci in connessione con l’artista, grazie all’occhio di Henry e il racconto di Massimo, che ti parla e ti guarda.
Seguo la pagina instagram di Pictures Of You, ne abbiamo parlato su Rockon, sapevo cosa avrei visto, ma fintanto che non sono stata lì davanti ad una foto con il telefono in mano, non avevo capito veramente quale fosse la potenza di questa connessione tra fotografia, racconto e tecnologia.
Su quest’ultima siamo spesso divisi. In diverse occasioni capita di pensare come la tecnologia, asettica, fredda, se da un lato ci semplifica alcune cose, dall’altro sembra ce ne tolga altre, dal romanticismo fino addirittura al lavoro. Ma in questa mostra ci dona tantissimo. Ci dà valore, cultura, calore. Riesce a farci sentire in un abbraccio. E soprattutto fa in modo di tenere vivo il racconto e l’importanza che esso ha per il nostro nutrimento. Come ben sottolinea Manuel Agnelli, nelle sue parole durante l’inaugurazione della mostra:
È veramente bello questo modo di divulgare la musica che è di qualità. Il racconto manca, oggi come oggi, e Massimo manca, a parte personalmente, ma proprio perché era un giornalista per il quale non era importante solo la qualità, ma proprio il racconto stesso della musica. Ha sempre fatto in modo di riuscire a raccontare le cose.
Trasmettere l’esperienza è la cosa principale, ci permette di non ripetere gli stessi errori e se in questo momento stiamo ascoltando un sacco di merda in giro, è perché per anni si è interrotto questo flusso di trasmissione dell’esperienza.
Una responsabilità grande ce l’hanno anche i media, perché giornalisti con l’etica di Massimo, con la volontà di Massimo, di prendere delle posizioni anche critiche, ma comunque approfondite e non superficiali, sono sempre meno. Quelli che ci sono fanno fatica a lavorare. Quindi è un messaggio molto forte quello di questa mostra, è un messaggio molto forte quello che ci lascia Massimo.
C’è una nuova generazione di ragazzi che hanno dai 15 ai 30 anni che stanno cominciando a suonare senza avere il mito dei soldi e del successo a tutti i costi. Lo fanno perché suonare li fa stare bene, lo fanno perché vogliono trovare un proprio linguaggio con quale comunicare.
Credo che dovranno costruirsi un mondo a parte per riuscire a continuare ad esprimersi liberamente e Massimo è un grande esempio per chi vorrà raccontare queste storie.
Nella due giorni milanese, oltre all’esposizione fotografica, ci saranno una serie di eventi collaterali, tra cui incontri con artisti, talk e Music Selection, offrendo così una panoramica approfondita sulla cultura musicale e sullo storytelling legato al mondo del rock.
Sabato 22 marzo dalle ore 19.00 alle ore 22.00 Music Selection con Thek.
Inoltre, sul piccolo palco all’interno del percorso espositivo prenderà vita una collaborazione con quello che a Milano è a tutti gli effetti un laboratorio, un incubatore culturale pensato per creare occasioni di crescita, ovvero il Germi, locale di Manuel Agnelli.
Alle ore 19.30 si esibirà il duo elettroacustico formato da Kalumet, pseudonimo di Luca Santuccio, e Andrea “Tommi” Puricelli. Alle ore 20.30 è il turno di Andrea Daniele, in arte Colonne, in duo acustico con Yuri Mapelli.
Domenica 23 marzo, alle ore 18.00 ci sarà il closing talk condotto da Alteria (Virgin Radio) con Henry Ruggeri, Mattia Priori e Chiara Buratti. Dalle ore 19.00 alle ore 22.00 Music Selection con Toky (Virgin Radio). Alle ore 20.00, invece, interverranno Alteria, Chiara Buratti e un ospite a sorpresa.
Tra le iniziative del progetto PICTURES OF YOU, anche l’omonimo libro, edito da Gallucci Editore nella collana Sounds Good, con le fotografie di Henry Ruggeri e i testi di Massimo Cotto.
Anche con il libro, inquadrando le foto con la app, si può vivere l’esperienza come nella mostra.
In Pictures Of You oltre alla magia, arriva potente la professionalità e la passione di tutti coloro coinvolti nel progetto: in primis Henry, Chiara, Massimo, Mattia Priori (direttore creativo di Rebel House), ma non solo. E arriva altrettanto potente la volontà di mettere a nostra disposizione il frutto del loro impegno e lavoro, per condividere un qualcosa di enormemente bello, come la Musica. Che è una musa, è un’arte, ma è fatta da uomini e donne dalle personalità talvolta ben complesse, ai quali, la maggior parte di noi deve molto. La gioia, il divertimento, la riflessione, il sentirsi compreso, il ricordo. E in alcuni casi, la vita. È una mostra vera e generosa. Da non perdere.
Delle mille cose che mi ha detto quando l’ho intervistato, ce n’è una che mi si è attaccata alla pelle come un tatuaggio: “Se vuoi leggere un libro hai bisogno di due giorni, se vuoi guardare un film hai bisogno di due ore, ma se vuoi ascoltare una canzone ti bastano tre minuti e sono sufficienti per cambiarti la vita.” Questo è il grande miracolo del rock! Parole di Massimo Cotto che racconta un momento dell’intervista a Bruce Springsteen… uno dei tanti regali di Massimo.
Grazie Henry, Chiara, Mattia. Massimo, sarai sempre con noi!
