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Reportage Live

RAPHAEL GUALAZZI: stile a non finire

Articolo di Mattia Quirico | Foto di Andrea Ripamonti

Una serata veramente speciale quella di venerdì 29 Aprile al Blue Note di Milano. Raphael Gualazzi propone un ampio assaggio del suo repertorio, spaziando da alcuni suoi brani originali fino ad arrivare alla reinterpretazione di alcuni grandi classici del Jazz e del Pop.

La formazione presente sul palco era composta da 

Raphael Gualazzi: pianoforte e voce 

Andres Ulrich: contrabbasso 

Gianluca Nanni: batteria

Il concerto si è aperto con un interessante rivisitazione in chiave Jazz dell’aria verdiana “Vedi!le fosche notturne spoglie” tratta da ” Il Trovatore”. Il trio, in un esecuzione solo strumentale, trova sonorità assimilabili alla leggerezza di alcuni brani di Dave Brubeck. Fin dai primi momenti dell’esecuzioni, l’intesa degli interpreti sul palco era palpabile.

Hanno proseguito poi con altri tre brani: “Rainbows”, “I wanna be like you” e “Sweet Sue, just you”. Il primo è il singolo che ha dato il nome all’EP del 2013; il secondo è un divertente brano tratto dal film Disney “Il libro della Jungla”; mentre il terzo è un frenetico brano degli anni ’20 composta da Victor Young su testo di Will J. Harris. Quest’ultimo dal piglio incalzante ma estremamente leggero, ha messo in luce le doti del cantante, il quale ha dato dimostrazione di avere uno spiccato gusto musicale anche nell’assecondare le uscite degli altri membri della band.

Subito dopo è stato il momento di una delle composizioni più famose dell’artista, “Un mare in luce”. Qui il front man ha preso qualche secondo per illustrare l’ispirazione che lo ha portato alla composizione di questo brano. Il tutto nasce dalle campagne della sua Urbino, dove, nelle giornate serene, il mare in lontananza assume un aspetto scintillante.

Andres Ulrich

Il pezzo successivo è un classico Jazz dal titolo “We look tonight”, un brano lento ed estremamente evocativo. Di grande impatto il cambio di stile avvenuto durante  l’esecuzione, finendo su stili più moderni ammiccando quasi al funky.

“Got a lot of things to do” potrebbe essere quasi interpretato come una citazione alla frenetica vita milanese.

Successivamente è stato il momento di un altro originale, “Reality and Fantasy”. La simpatica intro affidata al cazoo lascia prontamente il passo ad un brano molto particolare. Il cantante fa uso di due timbri vocali contrapposti, quasi a simboleggiare la differenza tra realtà e fantasia. L’esecuzione è proseguita con un gran crescendo che ha poi lasciato spazio ad un funambolico solo di batteria che ha accompagnato il tutto ad una conclusione silenziosa e quasi irreale.

Gianluca Nanni

A questo punto il trio si è cimentato in un altro divertissement, sempre dedicato a Giuseppe Verdi, ma questa volta tratto da “La Traviata”: “Coro di zingarelle e mattadori”. Anche qui una performance solo strumentale ma, al contrario della prima, con un piglio più Rag Time quasi alla Jelly Roll Morton. Intelligente e fine il contatto stretto mantenuto con la tradizione classica dato dalla base armonica, per quanto la rivisitazione fosse molto elaborato e i cambi di stile melodico/ritmici molto frequenti.

“Follia d’amore” è un brano che non necessita di presentazioni, un’esecuzione semplicemente bellissima di un brano stupendo!

Subito dopo un altro gran tributo ad un artista che ha fatto la storia della musica: “Imagine” di John Lennon trova un suono molto minimale tra le mani di Raphael Gualazzi, che concede comunque un interpretazione estremamente intensa. Il passaggio ad un taglio più Jazz nella parte finale porta il brano ad avvicinarsi al suono di una specie di carillion fino a sparire nelle note più acute e brillanti del pianoforte, lasciando sognanti tutti gli ascoltatori in sala.

“Let him live” è una divertente storia musicata dal trombettista Nat Galella. Come spiegato nell’introduzione un uomo ruba la moglie ad un tale, il migliore amico di quest’ultimo cerca di invogliarlo a vendicarsi e di tutta risposta si sente dire: “lascia che la conosca meglio e poi la restituirà.”

“Un piccolo bacio” parte solo strumentale aprendosi poi ad un simpatico interludio tra pubblico e cantante, ricordando molto il brano Minnie the Mutcher dei Blues Brothers.

Il bis scelto per chiudere questo frizzante concerto è stato “Bassies Smith” de Alexander ragtime band. Il tutto suonato da Gualazzi all’Ukulele molto divertente ed energico.

Una serata veramente da incorniciare, ricca di stili e generi, incredibilmente eseguiti da un gruppo di artisti di un livello veramente eccellente.

Clicca qui per vedere le foto del concerto di Raphael Gualazzi al Blue Note di Milano (o sfoglia la gallery qui sotto).

Raphael Gualazzi

RAPHAEL GUALAZZI – La scaletta del concerto al Blue Note di Milano

Vedi!le fosche notturne spoglie

Rainbows

I wanna be like you

Sweet Sue, just you

Un mare in luce

We look tonight

Got a lot of things to do

Reality and Fantasy

Coro di zingarelle e mattadori

Follia d’amore

Imagine

Let him live

Un piccolo bacio

BIS

Bassies Smith

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