Articolo di Umberto Scaramozzino
Tutti i dubbi sono stati fugati oramai da tempo, ma ogni live è un’ottima occasione per aggiungere una conferma non necessaria e per ribadirlo: i Fontaines DC sono la vera grande rock band contemporanea. Dire “del momento” forse non basta più, perché darebbe l’idea di uno stato transitorio, mentre qui si sta parlando di qualcosa di estremamente concreto e consolidato e il concerto dell’Alcatraz di Milano del 4 novembre 2024 è per noi italiani il sigillo finale su questa nobile investitura.
Tutto ciò che riguarda i Fontaines DC oggi sembra studiato nei minimi dettagli e offerto come parte di un unico eccezionale pacchetto. Non fa eccezione l’opening act di questo tour, ovvero i Wunderhorse di Jacob Slater: uno di quei gruppi che di solito arrivano alle orecchie dei nuovi ascoltatori con la proverbiale etichetta da “band preferita della tua band preferita” e che sono evidentemente destinati a diventare grandi, forse grandissimi. Se li coccolano i Fontaines, che per la seconda volta li scelgono come supporto e per la seconda volta concorrono alla realizzazione di un binomio di assoluta qualità.
Questa di Milano potrebbe essere una delle ultime volte in cui riusciamo a vedere la band di Dublino in un club. Il sentiero sembra ampiamente tracciato e in tal senso è molto eloquente già la portata di questo sold out molto anticipato, seguito da una ricerca febbrile di biglietti che ha accompagnato l’altrettanto frenetica attesa della serata. Non c’è dubbio che di questo passo, così come già accaduto in altri paesi europei, il prossimo traguardo siano i palasport. Diventa perciò ancora più prezioso questo show, che comincia come da copione con l’opener, nonché title-track, del nuovo album: “Romance”. C’è chi potrebbe avere da ridire sulla scelta, preferendo l’avvio dinamitardo che avrebbe potuto offrire “Starbuster” e che avrebbe garantito forse maggiore continuità con le aspettative dei fan della prima ora, ma l’atmosfera creata da questo brano è allo stesso tempo il rinnovo di una dichiarazione d’intenti molto esplicita e una prova di grande maturità artistica. E poi, diciamocelo apertamente: “Maybe Romance is a place” è una delle migliori tagline uscite dalla promozione di un disco rock negli ultimi anni.
Com’è giusto che sia, il nuovo capitolo discografico prende il sopravvento sulla scaletta, lasciando ragionevole spazio a “Skinty Fia” – che oggi suona ancora meglio che in passato – e pochi frammenti residui ai primi due album in studio, “Drogel” e “A Hero’s Death”. Il risultato è una perfomance di grande classe, meno aggressiva ma più consapevole, nella quale si intravede anche una buona dose di mestiere, doverosa per chi deve sostenere i ritmi caustici del circuito mainstream, dato che i piani di questa band sono a lunghissimo termine e non si sopravvive alla prova del tempo puntando tutto sulla furia e sul revival post-punk. Certamente chi ha avuto la fortuna di vedere più volte in passato i ragazzacci irlandesi sa bene che l’energia sprigionata dall’urgenza espressiva dei Fontaines DC della prima ora era una boccata d’aria fresca, perché mai, neanche per un frangente, dava l’idea che si trattasse di una posa. Era tutto autentico, necessario e quasi primordiale. Ma se esiste un modo giusto per evolvere e lasciarsi alle spalle il passato, questo è senza dubbio il migliore possibile.
Si sente l’assenza di pezzi come “Too Real” e “I Don’t Belong”, presenti in scaletta nel tour estivo, ma le nuove “Bug” e “Death Kink” concedono pochissimo terreno ai rimpianti. Nonostante i suoni non siano proprio ottimi – pare ci fosse anche del malumore per alcuni problemi tecnici – e nonostante qualche piccolo segnale di stanchezza assolutamente fisiologica, anche il sound è solido e compatto come non mai, a riprova della grande crescita di cui ha goduto la formazione in questi anni molto intensi.
Sotto al palco di Grian Chatten e soci ci sono varie generazioni che si incontrano e talvolta si scontrano – purtroppo non mancano le imbarazzanti scene dei musicofili incartapecoriti che tengono lo smartphone in orizzontale e si lamentano del pogo – ma c’è anche un grande senso di continuità tra tradizione e innovazione.
Forse il più grande pregio dei Fontaines DC è proprio quello di saper offrire una valida e credibile alternativa contemporanea ai grandi riferimenti rock del passato, senza restare ancorati a modelli impolverati e senza vincolarsi a mode passeggere. Se non avete ancora compreso la qualità e la portata del fenomeno Fontaines DC non vi preoccupate: c’è ancora tempo per immergersi nei quattro atti di questa storia e salire sul carro dei vincitori. C’è spazio per tutti.
FONTAINES DC – la scaletta del concerto di Milano
Romance
Jackie Down the Line
Televised Mind
A Lucid Dream
Roman Holiday
Big Shot
Death Kink
Sundowner
Big
A Hero’s Death
Here’s the Thing
Bug
Horseness Is the Whatness
Nabokov
Boys in the Better Land
Favourite
Encore:
In the Modern World
I Love You
Starburster
FONTAINES D.C. – Tour 2025
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2025 – BOLOGNA – SEQUOIE MUSIC PARK
MERCOLEDÌ 18 GIUGNO 2025 – ROMA – ROCK IN ROMA
GIOVEDÌ 19 GIUGNO 2025 – MILANO – CARROPONTE
Biglietti a questo link > https://tidd.ly/3yYP68l
Oppure > https://ticketmasteritalia.46uy.net/fonta2025