Articolo di Chiara Amendola | Foto di Roberto Finizio
Vedere i Tears For Fears dal vivo, per una che è stata cresciuta a pane, Nutella e musica anni 80, è un po’ come andare a messa. Il gruppo inglese guidato dal cantautore Roland Orzabal e dal cantante Curt Smith ha caratterizzato un decennio sfornando in serie incredibili successi, come in una catena di montaggio, dominando quell’universo definito new wave. Dopo un trentennio ricco di turbolenze tra alti e bassi ed eterni ritorni, oggi la formazione si gode tutta la fama di una carriera indimenticabile.
In questi termini Wants to Rule the World Tour è un’autocelebrazione che riunisce nostalgici di tutto il mondo.
La band è introdotta sul palco dalle note della hit nella versione di Lorde. I Tears for Fearspubblicarono il pezzo nel 1983, 13 anni prima che la cantautrice neozelandese venisse al mondo, ma è chiaro che il loro pop retrospettivamente insolito continua a penetrare nella coscienza contemporanea.
Orzabal e Smith raddoppiano la musica di introduzione, scegliendo proprio questo titolo come prima canzone del live, una mossa certamente audace, ma si tratta di un espediente che funge da piatto su cui è servito tutto il resto. La cloche viene sollevata ancora e ancora con “Secrets”, “Sowing the seeds of love” e “Pale Shelter”. Scopro di essere una delle più giovani nel settore in cui mi trovo, non a caso uno dei loro più grandi successi ha la mia età, ma nonostante il gap e il digital divide anche i più attempati sfoggiano smartphone per avere un ricordo della magnifica performance che sta avvenendo tutta intorno.
“Buonasera Milano è bellissimo essere con qui – saluta Orzabal, e ridendo – Un ringraziamento a Google translater per i testi”.
Dei quindici titoli proposti, dodici sono dei primi tre album emblematici.
È evidente che l’età non ha fatto per nulla sminuire la magia dei Tears for Fears. La loro interazione vocale è magnetica.
Le parti vocali di Orzabal e Smith si completano magnificamente, mentre occasionalmente vengono assistite dall’alienazione di effetti elettronici e voci di sottofondo che risultano un po’ “infettive” a mio parere. Nulla sembra esattamente come nelle versioni da studio, il live si svela strato dopo strato di piacere musicale e mette a nudo la versatilità della band.
Piccola sorpresa in scaletta, nonché ennesima ciliegina su una torta da divorare, è una rispettosa cover di “Creep” dei Radiohead. Sono certa che una personcina a modo come Thom Yorke perdonerà la licenza poetica nel sound meno “strong”. Roland e Curt sono in formissima e si sfidano in assoli di chitarra.
Non è facile gestire l’emozione dei presenti, che seppure ordinati nelle loro sedute, scatenano corpo e voce su ogni intro. Su “Change” qualcuno si alza e noto pailettes e chiome vaporose. Anche il mio look è volutamente in tema con la serata, ma dinnanzi a questa folla di fedeli mi sento un outsider che ha vissuto quest’epoca passivamente, nelle sembianze di un’inquieta bambina dal fare introspettivo.
Il prezzo del biglietto vale da solo per vederli eseguire “Mad World” e partono subito cori, lacrime e ovazione. Il pubblico canta e balla con solenne riconoscenza. Un’emozione tangibile in primis per me che ho atteso 33 anni questo momento. L’atmosfera sembra sospesa nel tempo, tutto intorno c’è un caos ordinato che lascia scorrere la performance e viaggiare la mente. Mi sento a casa.
“Head Over Heels”, che anticipa il gran finale, suona con una trama aggiuntiva che carica la folla: una potente batteria è abbinata alla linea di sound iconica del brano. Intorno a me vedo occhi lucidi, quanti cuori infranti ha “consolato” questa canzone?
Dopo 90 minuti di spettacolo lo show si conclude con una monumentale versione di “Shout”, e non poteva essere altrimenti. Mi rendo conto che a distanza di 30 anni non si tratta di una gloria sbiadita dei tempi che furono ma ciò che vedo, soprattutto nella reazione del pubblico, è una dichiarazione musicale con un ricco futuro.
Vado via animata da una malinconica felicità. Fuori si gela, c’è la coda alla metro e sono affamata. Ma non ci penso.
La vita può essere semplice e bellissima certe notti.
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TEARS FOR FEARS – La setlist del concerto di Milano:
1. Everybody Wants to Rule The World
2. Secrets
3. Sowing the Seeds of Love
4. Pale Shelter
5. Break It Down Again
6. Advice for the Young at Heart
7. Creep (Radiohead cover)
8. Change
9. Mad World
10. Memories Fade
11. Suffer the Children
12. Woman in Chains
13. Badman’s Song
14. Head Over Heels / Broken
Encore:
15. Shout
TEARS FOR FEARS – Concerti Estivi
09 luglio 2019 – Roma, Auditorium Parco della Musica – Roma Summer Fest
10 luglio 2019 – Lucca, Piazza Napoleone – Lucca Summer Festival
Biglietti in vendita a questo link > http://bit.ly/tearsforfears2018