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SUPERORGANISM: Reportage, foto e scaletta del concerto di Milano

Foto di Elisa Hassert | Articolo di Andrea Forti

La strada che conduce verso il Magnolia è, per chi non la conoscesse o fosse di fuori Milano, un sentiero buio che d’inverno fa un po’ paura, soprattutto se devi utilizzare i mezzi e recarti all’aeroporto di Linate per prendere la 73 che ti riporta in città. È questo il luogo scelto per l’esibizione del gruppo globale Superorganism, in aperto contrasto con la loro essenza colorata e caleidoscopica, una scelta certamente non voluta ma dall’effetto certamente d’impatto.
Arriviamo nella sede coi francesi Pi Ja Ma a fine set, per i quali ci rimangono impressi i loro indumenti stravaganti e la bizzarra cover di Je T’aime… Moi Non Plus in chiusura, e non ce la sentiamo di dare un giudizio con così poco materiale osservato.

Quello che non ci aspettavamo è il fatto che ciò che avevamo solo intravisto fosse un piccolo eccentrico antipasto del live dell’ottetto nippo-australo-anglo-statunitene di stanza a Londra, che fa il suo ingresso sul palco a mò di processione interstellare, tutti avvolti da mantelli glitterati in stile elfico-glam: tre coristi a fronte palco, quattro musicisti dietro. Ultima ad arrivare è la solista Orono Noguchi, giapponese ma dalla perfetta dizione inglese d’America, eccezionalmente più parca negli indumenti rispetto al resto della ciurma: mantella verde scuro sopra ad abiti “borghesi” ed un’attitudine stilistica che risulta un mix tra il finto offeso, lo schivo (è pur sempre nipponica) e lo spocchioso, nascosta da un paio di occhiali che verranno cambiati nel corso della serata.
L’iniziale SPRORGNSM dà inizio a questo rituale psichedelico officiato da tutta la band, che manipola strane sfere luminescenti e scopre il volto solo a brano terminato. Addosso a loro si notano per tutto il tempo proiezioni e visual tra psichedelica ed estetica da retrogaming, in tutto e per tutto simili a quelle che potete trovare ascoltando il loro omonimo disco su Spotify mobile a schermo intero (un’esperienza che vi consigliamo di fare).
Il pubblico è istantaneamente coinvolto, si muove e risponde ai cori come e più (parole loro) di quanto è accaduto nelle loro precedenti esibizioni in Germania e nella recentissima data bolognese. È palese che il loro divertirsi, e il fatto che sia l’ultima esibizione di quel tour pare li stia galvanizzando: anche Orono è aperta al dialogo e propone un paio di battute su una persona del pubblico a suo dire onnipresente nei loro live.
Per tutta la durata dell’esibizione ci assale un po’ di nostalgia delle impressioni live osservate in band come Arcade Fire ed MGMT, qui tirate a lucido, trasposte su un palco ridotto e personalizzate col loro tocco che ha climax in brani come Nobody Cares, tra i singalong della folla, e Relax dove la richiesta di accovacciarsi per poi saltare all’unisono pre-ritornello finale è accettata e ben eseguita dagli astanti.
Il set si conclude con la festa di Something For Your M.I.N.D., con l’aggiunta dei Pi Ja Ma sul palco ad ampliare il parco musicisti, che dà il commiato ad una esibizione dove il messaggio principale perfettamente andato a segno è stato: divertitevi, chillatevi un po’ lasciando alle spalle le inquietudini della vita borghese, che non fa mai male se fatto con la giusta dose di autoironia e positività.

Superorganism

SUPERORGANISM – La scaletta del concerto di Milano

SPRORGNSM
Night Time
It’s All Good
Nai’s March
Nobody Cares
Reflections on the Screen
The Prawn Song
Everybody Wants to Be Famous
Relax

Encore:
Something for Your M.I.N.D.

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