Articolo di Stefania Clerici e Oriana Spadaro | Foto di Oriana Spadaro
Caldo, rientro dalle vacanze, malinconia: edulcorarla con della buona musica e sere d’estate dove si può gioire ancora un po’ si può. Al Todays festival, appuntamento immancabile per la fine di agosto, giunto quest’anno alla sua quinta edizione tra il giardino all’aperto dello SPAZIO211 Open Air e la struttura dell’ex Fabbrica INCET, si consumano interessanti live della scena indie internazionale, con una variegata selezione musicale.
Primo giorno: Bob Mould, Deerhunter, Spiritualized e Ride
Opening con il leggendario leader degli Sugar e degli Husker Du, Bob Mould: al suo undicesimo album solista, Mr. Mould in pieno pomeriggio diverte e stupisce il suo pubblico a suon di chitarra elettrica. É la volta poi dei Deerhunter che con il loro indie rock made in Atlanta, capitanati dal loro leader Bradford Cox, ci portano dritti dritti verso l’ora del tramonto. Abbandonata l’onda del power punk di poco fa, ecco arrivare le melodie più sperimentali che mischiano alternative pop a shoegaze: l’album Halcyon Digest è protagonista del live, mentre in chiusura un pensiero per la scomparsa del musicista Jay Retard con He Would Have Laughed. Per chi se li è persi, tornano a Bologna il prossimo 14 novembre, qui i biglietti.
Quando è già tutto buio la serata continua con il live più atteso, quello degli Spiritualized. Guidati da Jason Pierce, per gli amici J Spaceman, rimane la performance più di impatto di questa prima giornata di Todays Festival. Pur rimanendo per l’intero live seduto, concentrato ed immerso nella sua arte, regala una “cerimonia” unica che inizia da Hold On (da Amazing Grace) e termina con Oh Happy Day. Nel mentre elevate sonorità tra cielo e terra, per lo più tratte dal nuovo album And Nothing Hurt, come A Perfect Miracle, I’m Your Man, Let’s Dance e On The Sunshine. Intenso e bello, con una conclusione gospel da brividi.
A chiudere la giornata arrivano i Ride, con un’oda di shoegaze che da fine anni Ottanta arriva a noi. Andy Bell, dopo l’esperienza come bassista degli Oasis e nei Beady Eye, ritrova la sua seconda giovinezza artistica con la sua storica band. In scaletta troviamo, per la gioia dei tanti shoegazers presenti, le vecchie glorie come “Taste”, “Chelsea Girl”, “Drive Blind” e “Leave Them All Behind” insieme a brani dal nuovissimo “This Is Not A Safe Place”, come “Future Love” e “Kill Switch”. Ci danno appuntamento a Milano il prossimo 4 febbraio, qui i biglietti.
Spazio all’elettronica e ai ritmi dance all’Ex fabbrica Incet per il duo Dengue Dengue Dengue per la loro tempesta tropicale digitalizzata: direttamente da Lima in Perù passando via Berlino dal Sònar di Barcellona e Bogotà al Roskilde in Danimarca, dalla Boiler Room a Lisbona alla RBMA di Tokyo, il live set di Felipe Salmon e Rafael Pereira per il Todays ci accompagna dalla notte all’alba verso il giorno 2…
Clicca qui per vedere le foto del TOdays Festival – Day 1 a Torino (o sfoglia la gallery qui sotto).
Secondo giorno: Adam Naas, One True Pairing, Low e Hozier
Prima data italiana per Adam Naas, e già ne vorrei un’altra to be annunced… perchè il falsetto di “The Love Album” è elettrizzante e coinvolge già dal primo ascolto il pubblico dello Spazio211, figuriamoci il resto! Prince e Michael Jackson sono i suoi mentori, ma le corde vocali di Adam sono potenti comunque. Smilzo, biondo (ossigenato) e con un trucco da panda che con il caldo del pomeriggio torinese cola un po’, l’artista regala un live esaltante e coinvolgente che, tra Smirnoff vodka, parole a caso (in italiano e in inglese) scivola veloce e piacevolissimo sul palco di Spazio 211.
Spensieratezza e free love durano poco on stage, quando arrivano i One True Pairing, con un Tom Fleming pronto a cantare tutta la sua verità e presentando l’album di debutto in uscita il prossimo 20 settembre. Quando scende la sera i Low salgono sul palco. Il trio di Duluth ci prende per mano e ci trasporta nelle loro buie sonorità, illuminate solo dalle luci strobo del palco. In una distopia fisica tra suoni ed effetti visivi, il live così concettuale ci trasporta in una dimensione altra, con pezzi estratti dall’ultimo album, Double Negative, come Dancing and Blood, Always Up, Fly, Disarray e Always Trying to Work it out.
Alle 22 tutto è pronto per l’attesissimo Hozier, che accompagnato da una band di 7 elementi, regala un live perfetto, grazie alla sua voce senza pari. Dalla hit “Take Me To Church” agli altri pezzi in scaletta tratti dal nuovo album “Wasteland, Baby!”, passando per momenti corali a parentesi più intime, come l’acustica Cherry Wine, anche il secondo giorno volge al termine.
Alla Ex Fabbrica INCET si consuma la notte tra le sonorità acid-jazz dei Cinematic Orchestra e l’attessimo show di “Art Of What?!” in cui JJ Jeczalik e Gary Langan ripercorrono la storia degli Art Of Noise, pionieri del campionamento tecno con brani cult come “Moments Of Love” e “Paranoimia”.
Clicca qui per vedere le foto del TOdays Festival – Day 2 a Torino (o sfoglia la gallery qui sotto).
Terzo giorno: Sleaford Mods, Parcels, Balthazar, Johnny Marr, Jarvis Cocker
Last but not least il terzo giorno è bollente in tutti i sensi. Si comincia alle 16 con gli Sleaford Mods al parco Peccei. Alla periferia di Torino, circondato da palazzoni in cemento, il parco è crudo e rovente come il rap-punk elettronico del duo di Nottingham che mitraglia il pubblico con invettive contro il capitalismo, il consumismo e la società contemporanea in generale giusto per ricordarci che la working class esiste ancora ed è più incazzata che mai.
Ci spostiamo allo Spazio 211 con i Parcels che portano una ventata di freschezza con il loro indie pop elettronico che trasuda funk e influenze anni ’80. Belli, giovani, sorridenti, si divertono tantissimo sul palco e in pochi istanti travolgono il pubblico con il loro entusiasmo. Nessuno riesce a trattenere le gambe, il groove è troppo forte. Suonano tutto l’album omonimo d’esordio del 2018 e vorremmo che non smettessero mai. Li inseriamo subito nel nostro “best of” personale del Todays 2019 e facciamo una promessa a noi stessi: affrontare la vita con la fresca, sorridente, sgambettante leggerezza dei Parcels.
La temperatura risale con i Balthazar, la band più sexy e sensuale in circolazione. Composti e tenebrosi, Maarten e soci ci inebriano con l’ultimo album “Fever” dal quale suonano “Wrong Faces”, “Wrong Vibration”, “I’m Never Gonna Let You Down Again”, ma non mancano brani più datati come “Blood Like Wine” dal primo album del 2010. Per la gioia del pubblico sensibile al fascino belga, dopo il live dispensano generosamente foto, autografi e persino baci!
A questo punto siamo pronti per accogliere un pezzo di storia della musica britannica, un musicista che è patrimonio dell’umanità: Johnny fuckin’ Marr. Generoso con il pubblico e i fotografi sotto palco, Marr non si risparmia. Un live intenso ed energico, in cui vengono sapientemente mescolati brani della sua carriera solista come “Easy Money”, alcuni dall’ultimo album “Call The Comet” come “Day In Day Out”, “ Hi, Hello”, una cover di “Get The Message” degli Electronic e “I Feel You” dei Depeche Mode e naturalmente dal repertorio degli Smiths “Big Mouth Strikes Again”, “How Soon Is Now”, “This Charming Man” e l’immancabile, devastante “There Is a Light That Never Goes Out”.
Prendiamo in prestito le parole di una persona incrociata all’uscita: la chitarra di Johnny Marr è sempre una carezza.
Ma non finisce qui. È il turno di Sir Jarvis Branson Cocker, storico leader dei Pulp, con la sua nuova ensemble musicale JARV IS… che infatti lascia da parte il bagaglio brit pop e riempie la setlist con i brani dei due album solisti “Jarvis” e “Further Complications”. Un suo live è qualcosa di semplicemente assurdo. Jarvis schizza da un punto all’altro del palco in preda a balli convulsi in un tripudio di nevrosi, genio e classe. Il carisma strabordante fa di Jarvis un fuoriclasse della performance. Jarvis il vate celebra la sua delirante cerimonia in onore della musica come antidoto e cura contro i mali della vita, e ci invita a condividerne la gioia. Parla con il pubblico, chiede di condividere le paure, di tornare bambini e ballare insieme a lui, in una sorta di terapia di gruppo liberatoria, per poi evolvere finalmente, come recita la scritta sul palco. Il segreto di Jarvis è saper celare la profondità e la drammaticità sotto un velo di leggerezza.
Arriviamo alla fine con “Running the Word” , un brano orchestrale che è una disperata e rassegnata presa di coscienza del fatto che “cunts are still running the world”. I riferimenti alla politica britannica e italiana ovviamente si sprecano. “Gli stronzi governano il mondo, ma non noi” dice Jarvis in italiano, mentre la palla stroboscopica sul palco proietta un tappeto di stelle sopra le nostre teste e vorremmo restare sospesi in quel momento per sempre.
Grazie Todays. Vorremmo dirti “a domani”, ma ti aspettiamo l’anno prossimo.
Clicca qui per vedere le foto del TOdays Festival – Day 3 a Torino (o sfoglia la gallery qui sotto).