Articolo di Umberto Scaramozzino | Fotografie di Federico Buonanno
Torino è la città dei festival che funzionano. C2C, Kappa FuturFestival e TOdays sono tre degli eventi più riconosciuti e riconoscibili del panorama musicale italiano. Dei tre, però, il TOdays è l’unico a vantare un contesto intimo, in cui la musica alternativa si fa rifugio e ritrovo di fine estate.
La nona edizione è molto sentita, dal momento che è stata anticipata da alcuni rumor su un possibile approdo del multinazionale Primavera Sound, che sembra abbia puntato gli occhi sul capoluogo piemontese per il suo primo esperimento italiano. E chi rischia di pagarne le conseguenze? Proprio il TOdays, che per questo è chiamato alla sua ennesima prova di forza.
Il suo dev’essere un perentorio promemoria di un profilo irrinunciabile, un’oasi per quelle poche migliaia di amanti della musica di ogni genere che ogni anno, l’ultimo weekend di agosto, si ritrovano sotto il palco dello sPAZIO211, per godere di lineup eclettiche, tra chicche internazionali ed esclusive nazionali.
Day 1 – La checklist aurea del TOdays
La prima giornata del TOdays, sold out, ha l’inconfondibile sapore che si ottiene miscelando tutti gli ingredienti storici della manifestazione. Si comincia con King Hanna, l’irresistibile duo indie rock composto da Hannah Merrick e Craig Whittle che mescola chitarre ruvidissime a un amore incontrollato per la musica degli Anni Novanta. Il loro è un crescendo da manuale che lascia una spunta verde alla voce “giovane band indie fichissima che non può mancare in lineup” sull’annuale checklist aurea del TOdays.
Un altro punto immancabile della lista è quello del nome d’oltreoceano che in Italia non si è ancora mai visto e al quale basta un pezzo in scaletta per far rimpiangere il tempo perso. In questo caso, l’edizione 2023 ha fatto il capolavoro: nel pieno pomeriggio del day 1 sul palco ci sono i Les Savy Fav. Ci salgono tutti, ma Tim Harrington ci resta talmente poco che verrebbe quasi da considerarlo parte del pubblico. Siamo di fronte allo show più matto e imprevedibile nella storia della manifestazione? A memoria sì, tra balli in mezzo al pubblico, incursioni al mixer, folli cambi d’abito e rituali collettivi dei quali è facile perdere il conto.
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Con Warhaus, in scena al crepuscolo, il TOdays si gioca invece sia la quota “figliol prodigo”, che quella “spaccacuore”. Proprio le pene d’amore sono al centro dell’ultimo capitolo discografico del progetto solista di Marteen Devoldere, nome rimasto nel cuore del TOdays dall’apparizione del 2019, quando i suoi Balthazar rubarono la scena. Il buon Marteen è il vanto nazionale della scena indipendente belga e il suo concerto è la conferma di un talento cristallino.
Dulcis in fundo? Dulcis in fundo: ecco i Wilco. L’ingrediente finale dell’ultimo venerdì di agosto è l’istituzione rock, che mai come quest’anno ha il compito di conferire prestigio ad una selezione di grandi artisti internazionali. Si ricorda il glorioso Spaziale Festival, kermesse del 2007 che nella stessa location, sedici anni prima, ospitava proprio i Wilco, ma soprattutto si festeggia il compleanno di Jeff Tweedy, che passa la serata a dispensare sorrisi, confezionando insieme alla band una performance senza particolari guizzi, ma in perfetto equilibrio tra tradizione ed emozioni.
Day 2 – Gli eterni ritorni
La data con più hype del weekend è come di consueto quella centrale, che quest’anno vede qualche bel ritorno e una immancabile “prima volta”. La novità è quella dei Gilla Band, al loro debutto italiano. Anche qui, un marchio di fabbrica della direzione artistica del TOdays: il nome post-punk che sconquassa la platea dello sPAZIO211. Il combo di Dublino, pur incarnando con poca (pochissima) fantasia tutti gli stilemi della scena musicale di maggior fermento degli ultimi tempi, regala una delle prove più cazzute dell’anno.
Segue Anna Calvi, amore di lunga data della città di Torino, che torna a distanza di anni per ricordare – senza che ce ne fosse bisogno – quale prodigioso concentrato di talento sia. Virtuosa tanto alla chitarra, quanto alla voce, la cantautrice britannica è l’asso pigliatutto che mette d’accordo tutto il pubblico del TOdays. Se hai un minimo di buon gusto non puoi far altro che adorarla. La sua è la presenza più solida e dirompente della giornata, forse anche del festival.
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Che dire poi degli Sleaford Mods? Il loro è forse il ritorno più gradito dell’anno. Era il 2019 e la loro esibizione gratuita al Parco Peccei si configurava come la chicca assoluta dei quell’edizione. Oggi tornano con un pubblico equamente diviso tra gli affezionati che li ritrovano, i nuovi seguaci che rimediano all’occasione sprecata di quattro anni prima e chi avrà un’ora di tempo per capire se sta guardando la sua nuova cosa preferita o se deve arrendersi all’idea di non capirci una sega. Live che meriterebbe lo spazio chiuso di un club e che fin dalle prime battute soffre di volumi decisamente troppo bassi, ma che grazie alla nuova veste ballerina di Andrew Fearn – silenzioso showman scatenato, alle spalle del monumentale Jason Williamson – non teme alcun limite di contesto.
La paura delle intemperie spinge l’organizzazione del festival torinese – altrimenti impeccabile – ad anticipare sempre di più lo schedule dei live, portando i Verdena a salire sul palco con circa mezz’ora d’anticipo, creando un po’ di scompiglio tra chi è incastrato in coda per mangiare o bere. Per fortuna, proprio come nella loro prima incursione alla prima edizione del festival, sul palco del TOdays la band bergamasca pesta duro come nelle sue migliori serate. Un Alberto Ferrari così in forma, a dirla tutta, non si vedeva da un pezzo.
Day 3 – Danzando sotto la pioggia
La preannunciata e incessante pioggia domenicale limita l’affluenza del terzo e ultimo giorno, ma non tocca lo spirito dei presenti. Almeno c’è stato il tempo di tirar fuori l’abbigliamento impermeabile e trasformare il prato dell’area esterna dello sPAZIO211 in un variopinto mosaico di musicofili. Questo day 3, oltretutto, va celebrato come il giorno “Women Power” nell’edizione più “Women Power” che si ricordi.
La leadership femminile comincia dai Porridge Radio e dalla loro incontenibile frontwoman, autrice e chitarrista Dana Margolin. Incontenibile e catalizzatrice come pochi altri, Dana è una furia che a fine concerto sfida anche la pioggia per congiungersi con il pubblico e regalare qualche secondo rock ‘n’ roll tra le mantelline colorate.
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Rincarano la dose gli Ibibio Sound Machine, con la loro energia positiva e contagiosa che esplode tra colori e suoni. Poliritmi rock britannici e tradizioni folk africane sono i ricami su un tessuto elettronico che rende l’ensemble londinese il più poliedrico del weekend. La guida della carismatica Eno Williams spinge il pubblico del TOdays a ballare nonostante la pioggia, ma è una danza che viene clamorosamente ridimensionata quando a salire sul palco sono i francesi L’Impératrice. Una festa così, sotto la pioggia, se organizzata di proposito non potrebbe mai venire così bene. Batte persino quella andata in scena in maniera analoga con i Molchat Doma nell’edizione del 2022. Il vintage pop dei sei musicisti parigini è irresistibile e spinge tutti i presenti ad un ballo convulso, ancestrale, che trova nella pioggia battente l’incentivo alla follia che tutti aspettavano.
L’ultimo slot appartiene a Christine and the Queens, che confezionano uno show che definire concerto è forse errato, o almeno impreciso. Poesia, musica, danza e teatro uniti in un amplesso artistico. Il contesto forse non è dei migliori, perché i reduci della giornata di pioggia non sono tanti quanti dovrebbero essere e perché l’anticlimax generato dalla prova dei L’Impératrice è un po’ destabilizzante. Ma quanto creato sul palco da Chris – al secolo Héloïse Adélaïde Letissier – è un’opera impossibile da incasellare in quanto frutto di una sola disciplina artistica. Chiamiamolo concerto, se ci fa comodo, ma ricordiamolo per quello che è: una chiusura un po’ malinconica, ma la più sublime che la nona edizione del TOdays festival potesse regalare.
