Articolo di Jennifer Carminati | Foto di Giorgia De Dato
Tornano in Italia i Within Temptation e questa volta lo fanno da headliner. La band symphonic metal olandese, annoverata tra le più famose formazioni nella scena symphonic e gothic di fine Anni ’90, nota anche per la voce della cantante soprano Sharon den Adel, tra le più apprezzate in ambito metal, è stata in concerto a Milano domenica 1° dicembre all’Alcatraz.
L’appuntamento italiano per la seconda parte del “Bleed Out 2024 Tour”, serie di date a supporto dell’album “Bleed Out” dei Within Temptation pubblicato il 20 ottobre 2023, era molto atteso dai fan che in questa occasione potranno godere di una performance da protagonisti.
In apertura di serata si esibiranno gli ucraini Blind8 e la metalcore band tedesca Annisokay.
Arrivo al locale di via Valtellina poco prima delle 20 quando il primo gruppo ha terminato l’esibizione; spero tutto bene per la band ucraina che so avere avuto non pochi problemi negli ultimi mesi, dovendo saltare anche alcune date del tour, a causa della situazione del loro Paese.
Annisokay
Sono le 20.15 circa quando la band tedesca post-hardcore/metalcore Annisokay irrompe sul palco di un Alcatraz già bello pieno di gente. Un sound melodico accattivante e allo stesso tempo rabbioso, con esibizioni live incisive che han permesso loro di ritagliarsi un nome nella scena internazionale, così ho letto.
Il quartetto tedesco di Halle/Saale si è formato nel 2007 ma è semisconosciuto qui da noi, infatti, alla domanda “quanti di voi ci hanno visto live prima di oggi?”, solo in 6 hanno alzato la mano. Essendo però parecchio rodati nel suonare insieme, sono riusciti nell’intento di fare un concerto coinvolgente, catturando l’attenzione del pubblico.
Il cantante Rudi Schwarzer ha interagito parecchio con le prime file e ha cantato insieme al pubblico la cover dei Linkin Park “One Step Closer”, conosciuta ovviamente dalla stragrande maggioranza dei presenti.
Indubbiamente, un set energico che ha caricato per bene un pubblico che non è certo il loro, uno stile musicale completamente diverso da quello degli headliner che stanno per entrare in scena, e lo sanno bene anche gli Annisokay stessi, che hanno dato comunque il meglio con i loro riff aggressivi e breakdown al fulmicotone.
Within Temptation
Attivi discograficamente dal 1997, con l’album d’esordio “Enter”, i Within Temptation in questi ventisette anni hanno pubblicato un totale di otto album in studio. L’ultimo, “Bleed out”, è uscito nell’ottobre 2023 e Sharon den Adel e compagni ce lo faranno finalmente ascoltare dal vivo questa sera sul palco dell’Alcatraz.
I cinque musicisti sono posizionati su singoli piedistalli che fungono anche da proiettori video, con il bassista Jeroen van Veen e il tastierista Martijn Spierenburg che affiancano il batterista Mike Coolen e i chitarristi Ruud Julie e Stefan Helleblad ai lati esterni del palco.
Sullo schermo alle loro spalle, la scelta delle immagini di lapidi spoglie prima di un campo di girasoli, è fatta con cura per impreziosire ulteriormente la gloria sinfonica del brano di apertura “We Go To War”.
Segue la title track “Bleed Out”, particolarmente toccante e sentita nell’esecuzione, parlando della difficile situazione delle donne iraniane che lottano per i loro diritti all’indomani della morte più che sospetta di Mahsa Amini, uccisa per essersi rifiutata di indossare un hijab adeguato.
“Ritual” ben rappresenta quello che ormai rappresentano i Within Temptation con la loro musica più recente: duri ma delicati allo stesso tempo, con una maestria assai rara. “Don’t Pray For Me” e “Wireless” concludono la bella retrospettiva di cinque tracce, una di seguito all’altra, tratte dall’ultimo album in studio, audace soprattutto nei contenuti, puntando i riflettori sulle persone oppresse dai loro regimi, le donne e la loro spesso difficile situazione.
L’affascinante Sharon den Adel sembra letteralmente fluttuare sul palco nel suo lungo abito nero, con pizzo e volant svolazzanti, mentre interagisce con l’amato pubblico, che diventa parte dello spettacolo, discutendo e affrontando problematiche legate alla guerra ed in generale, con un atteggiamento che condanna il nostro tempo, pieno di conflitti, odio e turbamenti di vario genere. Un abito elaborato ed elegante, che esalta l’estetica teatrale e drammaturgica della band, una voce spettacolare, una miscela di forza e raffinatezza, e una donna dal carisma incalcolabile che da sempre la rappresenta.
Per i Within Temptation, nonostante gli effetti visivi e la scenografia siano fondamentali per la resa complessiva di un loro live, la musica rimane protagonista, tramite una scaletta pensata per tutti i fan, perfettamente bilanciata tra passato, presente e futuro, e che dovrebbe aver accontentato proprio tutti.
Tornando all’album “Resist” del 2019, “The Reckoning” trasuda una certa maestosità progressive, che prende il meglio del metal scandinavo, e viene accolta con un boato dal pubblico entusiasta che ha riempito il locale di via Valtellina in questa fredda primo domenica di dicembre.
Ho trovato l’esibizione di “Shot In The Dark” particolarmente sentita dalla band dal punto di vista emotivo, con il loro metal sinfonico che punta sempre dritto all’obiettivo, qualunque esso sia, bisogna ammettere che i nostri lo centrano sempre alla grande.
Circa a metà scaletta troviamo “Stand My Ground”, probabilmente uno dei successi più mainstream della band, che ha fatto cantare la folla all’unisono insieme a Sharon, genuinamente commossa nel ritrovare un legame ed un affetto tale dai fan italiani.
Una carriera in continua ascesa, senza cali di popolarità o cadute di stile, quella dei Within Temptation, che dopo quasi trent’anni dalla loro fondazione, da parte della cantante Sharon den Adel e del chitarrista Robert Westerholt, continuano ad essere tra i principali artefici di un certo tipo di metal sinfonico.
Prima del gran finale, la band pesca nuovamente da “Resist” con “Supernova”, coinvolgente ed epico come solo loro sanno fare. Il finale però, guarda ancora più al passato: dalla maestosa ed epica “Our Solemn Hour” alla bellissima e dolcissima ballad “All I Need”, altra esibizione emozionante, accompagnata dalle torce dei cellulari accese.
Concludono con il loro grande classico “Mother Earth”, cantata in coro dall’intero Alcatraz che li saluta nel migliore dei modi, accompagnandoli fino alla fine nei loro inni storici.
Semplicemente, una conclusione da brividi.
Il symphonic metal orchestrale ed epico degli esordi ha lasciato di certo spazio a dei suoni più moderni e contemporanei, mantenendo però coerenza stilistica ed evitando le insidie di un’industria musicale in continuo cambiamento.
Questo, unito alla loro indubbia bravura in sede live, ha permesso ai Within Temptation di mantenere una solida e fedele fanbase, che lascerà certamente entusiasta l’Alcatraz di Milano alla fine di questa riuscitissima serata targata ancora una volta Vertigo HardSounds.
Un live dei Within Temptation è comunque sempre in grado di mettere d’accordo tutti, sia i fan di vecchia data che quelli dell’ultim’ora, e anche chi come me non ama propriamente questo genere di metal. È stato tutto perfetto, coinvolgente ed emozionante, suoni ottimi e presenza scenica inappuntabile. Abbiamo assistito a quasi un’ora e mezza di musica fatta con passione e cuore, e con scenografia, luci, effetti, video scelti con cura, ad arricchire e impreziosire ulteriormente la resa dal vivo dei loro brani.
Mi piace ribadire ancora una volta, in conclusione di questo live report, che quest’ultimo loro album in studio, che rimarrà una pagina importante nella carriera dei Within Temptation, andava giustamente celebrato con un tour, fortunatamente passato anche dall’Italia questa sera.
Indipendente dalle conseguenze inevitabili, i Within Temptation continuano a portare avanti le proprie idee ed opinioni politiche, spesso scomode, altre volte condivise dai più, come il loro schierarsi dalla parte della comunità LGBTQI+. Chapeau.
Sfoglia la gallery qui sotto per vedere le foto di Within Temptation all’Alcatraz di Milano.
WITHIN TEMPTATION – la scaletta del concerto all’Alcatraz di Milano
We Go to War
Bleed Out
Ritual
Don’t Pray for Me
Wireless
The Reckoning
Shot in the Dark
Stand My Ground
A Fool’s Parade (with Alex Yarmak)
The Promise
Supernova
Angels
Faster
Paradise (What About Us?)
Encore
Our Solemn Hour
All I Need
Mother Earth